Il toponimo deriva dal nome della popolazione dei Longobardi (Langbard in longobardo), quella popolazione di origine germanica che nel 568 invase l'Italia e fece di Pavia la capitale del suo regno (Regno d'Italia) di estensione, a suo tempo, ben più vasta di quella attuale della Lombardia (esclusa però l'attuale Provincia di Mantova).
La superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura (che rappresenta circa il 47,1% del territorio) e le zone montuose (che ne rappresentano il 40,5%). Il restante 12,4% della regione è collinare.
Sotto l'aspetto morfologico la regione viene divisa in quattro parti: una strettamente alpina, una montuosa o collinare, una pianeggiante o poco mossa suddivisa in Alta e Bassa pianura ed infine la zona a sud del fiume Po. La regione è attraversata da decine di fiumi (tra cui il fiume più grande d'Italia) ed è bagnata da centinaia di laghi di origine naturale ed artificiale.
L'idroscalo di Milano è uno scalo per idrovolanti realizzato alla fine dagli anni venti, situato nelle vicinanze dell'Aeroporto di Milano-Linate. Con il declino dell'idrovolante come mezzo di trasporto, l'ampio bacino acquatico è oggi un polo di attività ricreative e sportive, un utilizzo quest'ultimo che ha accompagnato l'idroscalo lungo tutta la sua storia, tanto che le prime gare di canottaggio furono tenute già nel 1934. Ha una estensione di 1,6 km2. Pur non essendo ricompreso nel territorio comunale di Milano, l'Idroscalo è, a tutti gli effetti, un'importante componente del sistema dei parchi milanesi. Le attività sportive praticate nell'idroscalo di Milano sono lo sci nautico con Cable Ski, la canoa (kayak, canoa, canadese, canoa polo), il canottaggio, la vela (con utilizzo principale degli optimist), il nuoto pinnato.
Nel 1753 fu accolto nell'Accademia dei Trasformati che si radunava in casa del conte Giuseppe Maria Imbonati ed era formata dal meglio dei rappresentanti della cultura milanese, dove trovò amici e protettori. L’anno successivo fu ordinato sacerdote, ma le troppo scarse risorse economiche lo costrinsero a richiedere l'aiuto canonico Agudio e poi dell'abate Soresi che lo sosterrà nell'entrare al servizio del duca Gabrio Serbelloni come ripetitore del figlio Gian Galeazzo. In casa Serbelloni il Parini osservò la vita della nobiltà in tutti i suoi aspetti ed ebbe modo di assorbire e rielaborare alcune nuove idee che arrivavano dalla Francia di Voltaire, Montesquieu, Rousseau, Condillac e dell'Encyclopédie, che influenzarono gli scritti di questo periodo al quale risalgono, tra gli altri, il Dialogo sopra la nobiltà (1757), le odiLa vita rustica (che sarà pubblicata solamente nel 1790 nelle Rime degli arcadi con lo pseudonimo di Darisbo Elidonio), La salubrità dell'aria (1759), che affronta come la precedente l'opposizione città-campagna ma con uno stile completamente nuovo, e La impostura (1761). Nel marzo del 1763, incoraggiato dagli amici del gruppo dell'Accademia e dal conte Firmian, pubblicò, anonimo, presso lo stampatore milanese Agnelli, Il Mattino che ottenne accoglienza favorevole dalla critica. Nel 1768 la fama acquisita gli procurò la protezione del governo di Maria Teresa che era rappresentato in Lombardia dal conte Carlo Giuseppe di Firmian che, intuendo le sue potenzialità poetiche, lo nominò nel 1768 poeta ufficiale del Regio Ducale Teatro e lo incaricò di adattare per la scena lirica la tragediaAlceste di Ranieri de' Calzabigi. Con il nome di Darisbo Elidonio entrò nel 1777 a far parte dell'Arcadia di Roma proseguendo intanto nella composizione delle odi: La laurea (1777), Le nozze (1777), Brindisi (1778), La caduta, In morte del maestro Sacchini, Al consigliere barone De Marini (1783-1784), Il pericolo (1787), La magistratura (1788), Il dono (1789).
Per la bellezza della sua architettura e dei suoi affreschi trecenteschi è uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia; fu fondata nel 1176 e completata nel 1348 dagli Umiliati, un ordine religioso formato da monaci, monache e laici che, attorno all'attuale chiesa, conducevano vita di preghiera e di lavoro, in particolare fabbricando panni di lana e coltivando i campi con sistemi di lavorazione assolutamente innovativi. Dopo la soppressione degli Umiliati ad opera di Carlo Borromeo, l'abbazia passò ai BenedettiniOlivetani, successivamente soppressi dal governo austriaco e costretti ad abbandonare l'abbazia. La facciata è a capanna, caratteristica per le bifore aperte sul cielo, con tessitura muraria in mattoni a vista, solcata da due semicolonne che la tripartiscono, con decorazioni di pietra bianca.
A Brescia rientra nel patrimonio UNESCO il monastero di Santa Giulia con la chiesa di San Salvatore. Fondata nel 753 come chiesa del monastero femminile, la chiesa di San Salvatore nel corso dei secoli fu più volte rimaneggiata ed entrò a far parte del nuovo complesso conventuale, la cui chiesa dedicata a santa Giulia fu terminata nel 1599.
La Pallacanestro Cantù è una delle maggiori squadre di pallacanestro in Italia, nonché la seconda squadra più titolata nelle competizioni europee dopo il Real Madrid e per questo motivo chiamata la "Regina d'Europa".
Il monumento al Guerriero di Legnano è una statua bronzea che si trova a Legnano e che è dedicata all'omonima battaglia. Sorge in piazza Monumento, vicino alla stazione ferroviaria della città. È stato inaugurato nel 1900 ed è opera dello scultore Enrico Butti. La statua rappresenta un soldato in una posa poi diventata famosa, con la spada alzata e con lo scudo nella sinistra. È spesso erroneamente associata al leggendario condottiero lombardo Alberto da Giussano.
La maschera di Arlecchino ha origine dalla contaminazione di due tradizioni: lo Zanni bergamasco da una parte, e "personaggi diabolici farseschi della tradizione popolare francese", dall'altra.
La carriera teatrale di Arlecchino nasce a metà del cinquecento con l'attore di origine bergamasca Alberto Naselli (o probabilmente Alberto Gavazzi) noto come Zan Ganassa che porta la commedia dell'arte in Spagna e Francia sebbene fino al 1600 - con la comparsa di Tristano Martinelli - la figura di Arlecchino non si possa legare specificatamente a nessun attore.
La cultura di Remedello si sviluppò nell'età del rame (III millennio a.C.) nell'Italia settentrionale, in particolare nell'area padana. Il nome deriva dal comune di Remedello (BS) dove a fine ottocento sono state ritrovate numerose sepolture.
Sebbene le tombe rinvenute siano databili per la maggior parte al calcolitico, sono state ritrovate sepolture anche delle successive età del bronzo e del ferro.
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