Autovettore E Autovalore: Termini utilizzati in algebra lineare

In matematica, in particolare in algebra lineare, un autovettore di una funzione tra spazi vettoriali è un vettore non nullo la cui immagine è il vettore stesso moltiplicato per uno scalare detto autovalore.

Se la funzione è lineare, gli autovettori aventi in comune lo stesso autovalore, insieme con il vettore nullo, formano uno spazio vettoriale, detto autospazio. La nozione di autovettore viene generalizzata dal concetto di vettore radicale o autovettore generalizzato.

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico
In questa trasformazione lineare della Gioconda l'immagine è modificata ma l'asse centrale verticale rimane fisso. Il vettore blu ha cambiato lievemente direzione, mentre quello rosso no. Quindi il vettore rosso è un autovettore della trasformazione e quello blu no. Inoltre, poiché il vettore rosso non è stato né allungato, né compresso, né ribaltato, il suo autovalore è 1. Tutti i vettori sull'asse verticale sono multipli scalari del vettore rosso, e sono tutti autovettori: assieme all'origine, formano l'autospazio relativo all'autovalore 1.

I concetti di autovettore e autovalore sono utilizzati in molti settori della matematica e della fisica; il problema della ricerca degli autovalori di una funzione lineare corrisponde alla sua diagonalizzazione. Se un autovettore è una funzione, si parla di autofunzione; per esempio in meccanica classica è molto comune considerare la funzione esponenziale come autofunzione della derivata. Formalismi di questo tipo consentono di descrivere molti problemi relativi ad un sistema fisico: ad esempio, i modi di vibrazione di un corpo rigido o i livelli energetici degli orbitali atomici e molecolari sono associati ad autovettori (autostati) di funzioni (osservabili) che ne determinano la dinamica.

Il termine autovettore è stato tradotto dalla parola tedesca Eigenvektor, coniata da David Hilbert nel 1904. Eigen significa "proprio", "caratteristico". Analogamente il prefisso auto- usato nella versione italiana non è abbreviazione di "automatico", bensì è preso dal greco autós con significato "di sé stesso". Nella letteratura italiana si trova spesso l'autovettore indicato come vettore proprio, vettore caratteristico o vettore latente.

Introduzione informale

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Esempio di trasformazione lineare: rotazione di una figura piana intorno a un punto O
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Il piano cartesiano e lo spazio euclideo sono esempi particolari di spazi vettoriali: ogni punto dello spazio può essere descritto tramite un vettore, rappresentato graficamente da un segmento che collega l'origine al punto. In uno spazio vettoriale è possibile effettuare trasformazioni lineari sui vettori che lo costituiscono: esempi di trasformazioni lineari sono le rotazioni, le omotetie (che consentono a un vettore di essere amplificato o contratto) e le riflessioni (che consentono a un vettore di essere trasformato nel suo speculare rispetto a un punto, retta o piano assegnati).

Un autovettore per la trasformazione lineare Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è un vettore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  che a seguito dell'applicazione di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non cambia la sua direzione, limitandosi ad essere moltiplicato per uno scalare Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , il rispettivo autovalore. Il vettore può quindi soltanto cambiare modulo (venendo amplificato o contratto) e verso (venendo ribaltato):

  • se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  il verso di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  rimane inalterato, mentre se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  il verso di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  cambia
  • se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  il modulo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  rimane inalterato, se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  il modulo cresce, se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  decresce.
Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
Un'onda stazionaria in una corda fissata agli estremi è una autofunzione della trasformazione data dallo scorrere del tempo.

Autovettori e autovalori sono definiti e usati in matematica e fisica nell'ambito di spazi vettoriali più complessi e astratti di quello tridimensionale della fisica classica. Questi spazi possono avere dimensione maggiore di 3 o addirittura infinita (un esempio è dato dallo spazio di Hilbert). Anche le possibili posizioni di una corda vibrante in una chitarra formano uno spazio di questo tipo: una vibrazione della corda è quindi interpretata come trasformazione di questo spazio e i suoi autovettori (più precisamente, le sue autofunzioni) sono le onde stazionarie.

Definizione

Sia Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  uno spazio vettoriale su un campo Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , che può essere ad esempio il campo dei numeri reali Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  o il campo dei complessi Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Sia Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  un endomorfismo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , cioè una trasformazione lineare:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è un vettore non nullo in Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  e Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è uno scalare tali che:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

allora Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è un autovettore della trasformazione Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , e Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è il suo autovalore.

Poiché Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è lineare, se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è un autovettore con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , allora ogni multiplo non-nullo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è anch'esso un autovettore con lo stesso autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Infatti, detto Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  un qualsiasi vettore tale che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , con Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , si avrà Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  poiché Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è lineare. Ma essendo Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , si ha che:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

cioè Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Più in generale, gli autovettori aventi lo stesso fissato autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , insieme al vettore nullo, generano un sottospazio di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  chiamato l'autospazio relativo all'autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , solitamente indicato con Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Lo spettro di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è l'insieme dei suoi autovalori. Il raggio spettrale di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è l'estremo superiore dei moduli dei suoi autovalori.

Descrizione matriciale e autovettore sinistro

Nel caso in cui Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  sia di dimensione finita, per ogni scelta di basi a Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è associata univocamente una matrice, detta matrice di trasformazione. Si può pertanto parlare di una funzione lineare sia in termini di funzione (trasformazione) che di matrice, ed il formalismo matriciale viene spesso utilizzato per la ricerca di autovettori e autovalori.

Sia Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  il vettore delle coordinate di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  rispetto a una base e sia Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  la matrice di trasformazione rappresentante Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  rispetto alla medesima base. Si ha che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è detto autovettore di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  se esiste uno scalare Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  detto autovalore tale che:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

In particolare, gli autovalori di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non dipendono dalla base scelta.

Il vettore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è detto autovettore destro, in quanto un vettore non nullo Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è detto autovettore sinistro se esiste Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tale che:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

dove Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è il vettore trasposto complesso coniugato di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è autovettore sinistro di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , allora Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è anche autovettore destro della matrice trasposta coniugata Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  con autovalore il complesso coniugato Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Senza ulteriori precisazioni, per "autovettore" si intende l'autovettore destro.

Autofunzioni

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  Lo stesso argomento in dettaglio: Autofunzione.

Spesso gli autovettori sono a loro volta funzioni, e in tal caso si parla di autofunzioni di un operatore. Un esempio molto significativo in matematica e fisica è quello dell'autofunzione:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

dell'operatore differenziale derivata:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

a cui corrisponde l'autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  in quanto:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Polinomio caratteristico

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  Lo stesso argomento in dettaglio: Polinomio caratteristico.

Si definisce polinomio caratteristico Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  nella variabile Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  associato a una matrice quadrata Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  il determinante:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

dove Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è la matrice identità con lo stesso numero di righe di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Le radici del polinomio caratteristico sono tutti gli autovalori di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Due matrici che rappresentano un endomorfismo Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  di uno spazio vettoriale Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  a dimensione finita sono simili, e in particolare hanno il medesimo polinomio caratteristico, e dunque gli stessi autovalori. Si tratta di uno strumento di grande importanza, che ha permesso di sviluppare un metodo generale per l'individuazione di autovalori e autovettori di un endomorfismo nel caso in cui lo spazio vettoriale Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  abbia dimensione finita.

Il polinomio permette inoltre di stabilire l'esistenza di autovalori e autovettori per un'applicazione lineare:

  • Il polinomio caratteristico di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ha grado Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , e quindi ha al più Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  radici: segue che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ha al più Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  autovalori distinti.
  • Se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è algebricamente chiuso allora il polinomio caratteristico ha sempre almeno una radice: segue che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ha almeno un autovalore, e quindi anche almeno un autovettore. Nel caso reale questo non succede sempre, ad esempio si possono trovare autovalori complessi.
  • Se la dimensione Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è dispari e Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è il campo dei numeri reali, il polinomio caratteristico ha grado dispari, e quindi ha sempre almeno una radice reale. Ad esempio, ogni endomorfismo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ha almeno un autovettore.
  • Inoltre se il polinomio caratteristico di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è completamente fattorizzabile allora Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è triangolabile, ossia esiste base di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tale per cui la matrice associata è una matrice triangolare.

Diagonalizzabilità

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  Lo stesso argomento in dettaglio: Diagonalizzabilità.

Sia Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  un endomorfismo di uno spazio vettoriale Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , cioè una trasformazione lineare Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Si dice che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è diagonalizzabile se esiste una base di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  rispetto alla quale la matrice che rappresenta Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è diagonale. In particolare, la base che diagonalizza Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è composta da suoi autovettori.

In modo equivalente, una matrice quadrata è diagonalizzabile se è simile a una matrice diagonale. La matrice Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è quindi diagonalizzabile nel campo di appartenenza se esiste una matrice invertibile Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tale che:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

ossia:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Scrivendo Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  in termini dei vettori colonna:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

La precedente relazione diventa:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

I vettori colonna di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  sono dunque autovettori di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , e i corrispondenti elementi della matrice diagonale sono i rispettivi autovalori. L'invertibilità di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  implica inoltre l'indipendenza lineare degli autovettori, che formano una base dello spazio.

Il teorema spettrale

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  Lo stesso argomento in dettaglio: Teorema spettrale.

Nel caso complesso finito-dimensionale il teorema spettrale afferma che l'endomorfismo Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è normale se e solo se esiste una base ortonormale di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  fatta di suoi autovettori. In tal caso la matrice Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è unitaria. Questo fondamentale risultato fornisce le condizioni per cui sia possibile diagonalizzare un operatore lineare rispetto a una base ortonormale: nel caso finito-dimensionale, quando questo risulta possibile succede che ad autovalori distinti corrispondono autovettori mutuamente ortogonali, e pertanto gli autospazi sono in somma diretta.

La decomposizione spettrale è un caso particolare della decomposizione di Schur. È anche un caso particolare della decomposizione ai valori singolari. Un operatore normale può, di conseguenza, essere scritto come una combinazione lineare di proiettori ortogonali sugli autospazi, i cui coefficienti sono gli autovalori relativi a ogni autospazio.

Nel caso infinito-dimensionale la normalità, e in particolare l'autoaggiuntezza, non garantisce la diagonalizzabilità. In generale un operatore normale non può essere più scritto come combinazione lineare di proiettori ortogonali. Tuttavia, attraverso una misura a valori di proiettore è possibile ottenere una scrittura integrale che permette di descrivere l'operatore in termini del suo spettro.

Spettro di un operatore

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  Lo stesso argomento in dettaglio: Spettro (matematica).

In uno spazio di dimensione infinita la definizione di autovalore è identica al caso di dimensione finita. Tuttavia, il polinomio caratteristico non è uno strumento disponibile in questo caso in quanto si rende necessario considerare ulteriori elementi dello spettro.

Sia Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  un operatore lineare limitato definito su uno spazio di Banach complesso Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Si definisce insieme risolvente di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  l'insieme Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  dei numeri complessi Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tali per cui l'operatore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è invertibile, ovvero ha un inverso che è un operatore lineare limitato. Si definisce risolvente di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  la funzione:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Lo spettro di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è l'insieme Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  dei numeri complessi Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  che non appartengono all'insieme risolvente, ovvero tali per cui l'operatore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non è invertibile.

Dal momento che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è un operatore lineare, se il suo inverso esiste esso è lineare. Inoltre, per il teorema del grafico chiuso l'inverso di un operatore lineare limitato è limitato. Segue che l'insieme risolvente è l'insieme dei valori che rendono Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  bigettivo.

Lo spettro di un operatore non può essere vuoto, e si possono distinguere tre suoi sottoinsiemi disgiunti:

  • Si definisce spettro puntuale o discreto di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  l'insieme degli autovalori di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , ovvero i numeri complessi Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tali che:
    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
    Gli autovalori sono quindi i numeri tali per cui Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , ossia Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico : la funzione Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non è invertibile se il suo nucleo non è costituito dal solo vettore nullo, ovvero esistono dei vettori Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tali per cui esiste un Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tale che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . In modo equivalente, Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è autovalore di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  se e solo se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non è iniettivo, oppure se e solo se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .
  • Si definisce spettro continuo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  l'insieme dei numeri Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  tali per cui Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non è limitato, pur essendo densamente definito.
  • Si definisce spettro residuo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  l'insieme dei numeri Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  che non sono autovalori e tali per cui l'operatore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non ha immagine densa in Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Operatori aggiunti e autoaggiunti

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  Lo stesso argomento in dettaglio: Operatore aggiunto e Operatore autoaggiunto.

La definizione di operatore aggiunto si diversifica a seconda che ci si trovi in uno spazio di Hilbert o in uno spazio di Banach. A causa di ciò, lo spettro di un operatore definito su uno spazio di Banach coincide con quello del suo aggiunto, mentre in uno spazio di Hilbert, denotando l'aggiunto di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  con Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , si ha che:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Inoltre, se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  appartiene allo spettro residuo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , allora Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  appartiene allo spettro puntuale dell'aggiunto Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Se invece Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  appartiene allo spettro puntuale di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , allora esso appartiene sia allo spettro puntuale e sia allo spettro residuo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è autoaggiunto su uno spazio di Hilbert, si ha inoltre:

  • Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non ha spettro residuo.
  • Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è un sottoinsieme di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , ossia gli autovalori sono reali.
  • Autovettori relativi ad autovalori distinti sono ortogonali.

Applicazioni

Lo studio degli autovalori e autovettori relativi a una trasformazione lineare, che consiste nell'autoteoria, è una delle problematiche principali affrontate dall'algebra lineare, e ha vastissime applicazioni in diversi ambiti della scienza.

Operatori in meccanica quantistica

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  Lo stesso argomento in dettaglio: Postulati della meccanica quantistica.
Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
Le funzioni d'onda associate agli stati di un elettrone in un atomo d'idrogeno sono gli autovettori sia della Hamiltoniana dell'atomo di idrogeno sia del momento angolare. Gli autovalori associati sono interpretati come le loro energie (crescenti dall'alto in basso n=1,2,3,...) e momenti angolari (crescenti da sinistra a destra: s, p, d,...). Sono disegnati qui i quadrati dei valori assoluti delle autofunzioni. Aree più luminose corrispondono a densità di probabilità maggiori per la posizione in una misurazione. Il centro di ogni figura è il nucleo dell'atomo, un protone.

In meccanica quantistica ad un vettore (detto in tale contesto autoket) si associa uno "stato" o autostato dell'oggetto considerato. In termini informali, per evidenziare il fatto che in generale non si conosce questo stato, lo si descrive come una combinazione lineare (o sovrapposizione) di autovettori (autostati) noti di un qualche operatore. L'operatore in questione "rappresenta" una certa osservabile, alla quale corrisponde una grandezza fisica: ad esempio l'operatore hamiltoniano Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è associato all'energia dell'oggetto. Se si sceglie di scrivere lo stato dell'oggetto tramite una combinazione lineare di autovettori di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , a ogni autovettore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è associato un possibile valore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  dell'energia dell'oggetto, che è il relativo autovalore:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Una tale rappresentazione matriciale dell'equazione di Schrödinger indipendente dal tempo è possibile se, come spesso accade (ad esempio studiando gli stati legati), Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è una funzione quadrato sommabile: tali funzioni formano uno spazio di Hilbert infinito-dimensionale con prodotto interno Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

L'operazione che tramite l'applicazione di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  restituisce uno degli autovalori è detta misura, e fa "collassare" o "precipitare" lo stato dell'oggetto in un autostato dell'osservabile che si sta misurando. La misura altera irrimediabilmente lo stato del sistema, che viene a trovarsi in un autostato ben preciso. L'insieme dei valori (autovalori) possibili per la misura di una grandezza osservabile è lo spettro dell'operatore ad essa associato. Dovendo quantificare una grandezza fisica, è inoltre necessario che Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  sia un operatore hermitiano: in questo modo gli autovalori sono tutti reali, e i suoi autostati (normalizzati) formano una base ortonormale dello spazio. Grazie al prodotto interno Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è possibile proiettare l'autostato Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  sulla una base di autostati di un altro operatore, come la base di autovettori Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  dell'operatore posizione. La proiezione:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

definisce la funzione d'onda Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , una descrizione probabilistica della posizione dell'oggetto. La funzione d'onda Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è dunque un'autofunzione di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  corrispondente all'autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico :

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Il prodotto interno nello spazio di Hilbert è inoltre dato da:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

dove Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  indica la coniugazione complessa. Questo limita la possibilità di scelta dello spazio di Hilbert allo spazio delle funzioni a quadrato integrabile sul dominio scelto Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , che può al limite essere tutto Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Teoria dei numeri

Lo studio degli autovalori di una matrice ha importanti applicazioni anche nella teoria dei numeri. In particolare, si congettura che alcune statistiche sugli zeri non banali della funzione zeta di Riemann, quali ad esempio quelle sulla distanza tra zeri consecutivi, siano le stesse di quelle relative alle matrici hermitiane aleatorie (rispetto alla misura di Haar) di dimensione Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  al tendere di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  all'infinito. Inoltre, è stato congetturato che anche la distribuzione dei valori della funzione zeta di Riemann sia ben approssimata, in media, dai valori assunti dal polinomio caratteristico di tali matrici. Analoghe considerazioni si possono fare su altre famiglie di funzioni speciali, quali ad esempio le funzioni L di Dirichlet, coinvolgendo anche altre famiglie di matrici aleatorie, come ad esempio le matrici simplettiche o ortogonali. Tale connessione ha avuto come risultato un fiorire di una serie di nuove congetture in teoria dei numeri.

Autofacce

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
Le autofacce sono esempi di autovettori.

Nella elaborazione digitale delle immagini, le immagini di facce possono essere viste come vettori le cui componenti sono la luminosità dei singoli pixel. La dimensione dello spazio vettoriale in cui sono ambientati è pari al numero di pixel, e gli autovettori di una particolare matrice, detta matrice di covarianza, sono chiamati autofacce. Essi sono molto utili per esprimere ogni faccia come una combinazione lineare di queste autofacce, e sono quindi anche un ottimo strumento di compressione dei dati per memorizzare e identificare un alto numero di facce.

Tensore d'inerzia

In meccanica, gli autovettori del tensore di inerzia definiscono gli assi principali di un corpo rigido. Il tensore di inerzia è una quantità chiave, necessaria per determinare la rotazione di un corpo rigido intorno al suo baricentro. Gli autovettori del tensore delle deformazioni definiscono gli assi principali di deformazione.

Esempi

Esempi nel piano

Fra le trasformazioni del piano cartesiano Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  si possono distinguere i seguenti casi speciali:

  • Rotazione antioraria di angolo Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Se Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non è un multiplo intero di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non esiste alcun autovettore, infatti ogni vettore viene ruotato e cambia di direzione. Se invece Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , con Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  intero dispari, ogni vettore viene trasformato nel suo opposto, quindi ogni vettore non nullo è autovettore della rotazione con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Se invece Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è pari la trasformazione non è altro che l'identità, per cui ogni vettore non nullo è autovettore con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .
      Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
  • Riflessione rispetto a una retta Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  passante per l'origine. I vettori in Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  restano fermi e sono quindi autovettori con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , mentre quelli della retta Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  perpendicolare a Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  e passante per l'origine vengono ribaltati, e quindi sono autovettori con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Non esistono altri autovettori.
    La riflessione, nel caso di retta r orizzontale, può essere rappresentata dalla seguente matrice:
    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
  • Omotetia. Ogni vettore viene moltiplicato per uno scalare Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  e quindi tutti i vettori non nulli sono autovettori con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .
    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
  • Proiezione ortogonale su una retta Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  passante per l'origine. I vettori su Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  restano fermi e quindi sono autovettori con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , mentre i vettori sulla retta Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ortogonale a Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  e passante per l'origine sono mappati tutti sull'origine e quindi sono autovettori con autovalore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Non ci sono altri autovettori.
    La proiezione ortogonale può essere rappresentata dalla seguente matrice:
    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Esempi nello spazio

Non tutte le trasformazioni del piano e dello spazio ricadono in una delle 4 tipologie viste negli esempi del piano sopra riportate.

In generale, un endomorfismo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  (cioè una trasformazione lineare di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  in sé) è rappresentabile tramite una matrice quadrata con n righe. Si consideri per esempio l'endomorfismo di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  indotto dalla matrice:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Se si considera il vettore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico :

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

e si esegue la moltiplicazione fra matrice e vettore, si vede che:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Quindi l'endomorfismo rappresentato da Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ha un autovettore dato da Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  con autovalore 2. Per trovarne tutti gli autovalori si deve scrivere il polinomio caratteristico di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . Poiché la trasformazione è già scritta in forma di matrice, si procede con il calcolarne il polinomio caratteristico:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Quindi gli autovalori di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  sono 2, 1 e −1. I tre autovettori ortogonali sono:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Per quanto detto prima, la trasformazione assume una forma molto semplice rispetto a questa base: ogni vettore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  in Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  può essere scritto in modo unico come:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

e dunque si ha:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Data infine una trasformazione lineare Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , si è visto che se il polinomio caratteristico di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ha tutte le radici in Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  con molteplicità 1, allora Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  è diagonalizzabile. Se invece il polinomio caratteristico di Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ha tutte le radici in Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  ma alcune di esse hanno molteplicità maggiore di 1, allora Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  non è necessariamente diagonalizzabile. Ad esempio la matrice:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

che rappresenta la trasformazione della Gioconda in figura ha come polinomio caratteristico Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , e non è diagonalizzabile per Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico .

Esempi di calcolo

Data la matrice di trasformazione:

Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 
Deformazione dello spazio bidimensionale a seguito della trasformazione operata dalla matrice A=Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico . I vettori blu (che hanno la stessa direzione dell'autovettore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico ) e i vettori viola (che hanno la stessa direzione dell'autovettore Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico ) conservano la loro direzione anche dopo la trasformazione, a differenza dei vettori in rosso che sono orientati diversamente. Il quadrato iniziale a seguito della trasformazione si deforma diventando un rombo: i vettori blu triplicano il loro modulo avendo autovalore 3 mentre i viola restano inalterati avendo autovalore 1.
    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

il vettore:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

è un autovettore con autovalore 2. Infatti:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

Per contro il vettore:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

non è un autovettore in quanto il vettore trasformato è:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

e, come si nota facilmente, manca la proporzionalità tra il vettore trasformato Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico  e il vettore originale Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico , condizione necessaria per il parallelismo.

Come secondo esempio, si consideri la matrice di trasformazione:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

è facile verificare che i vettori:

    Autovettore E Autovalore: Introduzione informale, Definizione, Polinomio caratteristico 

sono autovettori con autovalori 3 e 1 rispettivamente.

Note

Bibliografia

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