I Walser (contrazione del tedesco Walliser, cioè vallesano, abitante del canton Vallese) sono una popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa.
Il popolo Walser definisce la propria lingua come Titsch, Töitschu o Titzschu, termini imparentati con il tedesco standard Deutsch.
Walser | ||||||||||
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Casa walser a Woald (Gressoney-Saint-Jean). | ||||||||||
Luogo d'origine | Svizzera | |||||||||
Popolazione | 22.780 | |||||||||
Lingua | tedesco, svizzero tedesco, lingua walser | |||||||||
Religione | Cattolicesimo; Protestantesimo | |||||||||
Distribuzione | ||||||||||
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Gli studi etno-storico-geografici di fine '800 e '900 ne hanno tradizionalmente fatto risalire le origini al ceppo degli Alemanni. Stabilitisi nella Valle del Goms, da qui, durante il XII-XIII secolo, coloni Walser provenienti dall'alto Vallese si stabilirono in diverse località dell'arco alpino in Italia, Svizzera, Liechtenstein, Austria e Francia. La storia del popolo Walser in Valsesia inizia verso la metà del XIII secolo, quando alcuni piccoli gruppi di coloni, per migrazioni progressive, giungono nelle vallate a sud del Monte Rosa, sviluppando poi nel corso del tempo gli insediamenti stanziali che oggi conosciamo.
In Italia comunità Walser sono presenti in Piemonte (in Valsesia e nell'Ossola) e in Valle d'Aosta (nella valle del Lys e anticamente nell'alta val d'Ayas). In Lombardia erano presenti a Livigno come ben documentato da recenti studi provenienti dai Walser della vicina Davos a loro volta originari dalle alte valli del Monte Rosa. L'emigrazione del XIII secolo, sulle cui motivazioni gli studiosi non hanno ancora raggiunto una spiegazione unanime e condivisa, avvenne probabilmente per una serie di cause concomitanti:
Il più antico documento scritto oggi conosciuto relativo alla fondazione di un insediamento Walser risale al 10 maggio 1253 e riguarda la colonia di Bosco Gurin, nel Canton Ticino.
Nei secoli successivi il clima cambiò radicalmente: alla fase di optimum climatico medievale fece seguito la cosiddetta Piccola era glaciale. I ghiacci tornarono ad avere la meglio e a coprire per molti mesi l'anno i valichi alpini. Diminuirono gli scambi tra le valli, si ridussero i pascoli d'alta quota a disposizione, calarono sensibilmente le rese agricole. Le singole comunità restarono isolate e le popolazioni walser furono costrette in molti casi ad abbandonare le tradizionali attività legate all'agricoltura e all'allevamento del bestiame, spingendo molti uomini ad emigrare in cerca di lavoro.
Nel corso dell'Ottocento, in mancanza di legami stabili tra le diverse colonie walser, gli studiosi pensarono che i walser fossero i discendenti dei soldati di una legione romana composta da tedeschi costretta da eventi bellici sfavorevoli a stabilirsi sulle Alpi. Solo un'attenta analisi dei dialetti alto-tedeschi da loro utilizzati permise di collegare le comunità walser italiane con le popolazioni che vivevano nell'alto Vallese.
La loro peculiarità è stata quella di aver dato vita a un modello di colonizzazione delle alte quote occupando e trasformando alpeggi abbandonati, valli e montagne spopolate con insediamenti permanenti. L'origine dei coloni insediatisi nell'Alto Vallese resta però ancora un mistero. Da dove venivano i progenitori dei Walser?
La Val Formazza ha rappresentato il "nido d'aquila" dei Walser, da qui sono transitati e hanno colonizzato l'arco alpino sul versante italiano, i cui primi insediamenti stabili si attestarono oltre i 1.800 mt.s.l.m, un record ed una altitudine eccezionale per l'epoca medievale. I Walser occuparono quelle fasce che rappresentavano ancora un territorio vergine e spopolato, dove però si stendevano boschi e pascoli naturali, ideali per gli alpeggi e per il soggiorno estivo delle mandrie.
La Val Formazza fu infatti la prima colonia dei Walser al di fuori del Vallese: pochi coloni varcarono il passo del Gries negli ultimi anni del XII secolo, quando i ghiacciai alpini erano molto regrediti. Le terre della Formazza vennero concesse ai coloni provenienti dal Goms (Vallese) dai signori Rodis, feudatari di quei pascoli estremi e da questo avamposto iniziarono una veloce e pacifica conquista e occupazione di alcuni degli insediamenti citati sopra.
Colonie Walser dove si parla ancora la lingua walser (Walsertitsch):
Colonie Walser linguisticamente estinte:
In Liechtenstein esiste una comunità Walser a Triesenberg, che include l'alta val Samina e Malbun.
In Francia esiste una comunità Walser a Vallorcine nel Chiablese nel dipartimento dell'Alta Savoia (regione Rodano-Alpi), anche se la parlata tedesca è scomparsa da secoli.
La lingua dei Walser è una particolare variante del dialetto tedesco meridionale, chiamata altissimo alemanno, ed è molto simile al dialetto svizzero tedesco nella sua forma più arcaica. Tre sono le varianti note: Il titsch di Gressoney-Saint-Jean e La-Trinité, il töitschu di Issime e il titzschu di Alagna Valsesia e Rimella in Valsesia.
Gli edifici e i centri abitati delle comunità walser hanno caratteristiche che li distinguono da quelli delle comunità confinanti, tanto che sono diventati oggetto di turismo e documentazione storica. Per questo motivo si parla di casa walser o architettura walser, indicando le strutture in legno e in pietra locale costruite nei secoli scorsi, visibili ancora oggi nelle frazioni alpine.
La Fondazione Enrico Monti di Anzola d'Ossola da oltre un trentennio svolge attività di ricerca, promuove incontri e convegni, propone pubblicazioni sulle realtà walser in tutto l'arco alpino. Tra le molte pubblicazioni edite in tema si segnalano le numerose opere sui walser scritte o curate da Enrico Rizzi e citate in bibliografia.
In Valle d'Aosta sono presenti due istituti di ricerca e studio della lingua e della cultura walser, attivi nell'ambito della comunità dell'alta valle del Lys: l'associazione Augusta di Issime è il più antico, fondato nel 1967; mentre a Gressoney-Saint-Jean si trova il Centro di cultura walser - Walser Kulturzentrum des Aostatals, fondato nel 1982. La collaborazione tra gli esperti linguistici di questi due centri ha permesso la redazione di due dizionari del titsch di Gressoney-Saint-Jean e del töitschu di Issime, pubblicati nel 1988.
In Valsesia è invece presente il Centro Studi Walser Remmalju di Rimella.
Le comunità walser disseminate lungo l'intero arco alpino si radunano, ogni tre anni, in una diversa colonia per il loro tradizionale incontro denominato Walsertreffen.
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