Il libero consorzio comunale di Ragusa è un consorzio di comuni di 319 350 abitanti della Sicilia, con capoluogo Ragusa.
È subentrato nel 2015 alla soppressa provincia regionale di Ragusa; la precedente provincia era stata istituita nel 1926, durante il ventennio fascista.
Libero consorzio comunale di Ragusa Libero consorzio comunale | |
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Il palazzo della Provincia, sede del libero consorzio comunale di Ragusa. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Amministrazione | |
Capoluogo | Ragusa |
Presidente | Patrizia Valenti (commissario straordinario) dal 15-9-2023 |
Data di istituzione | 4 agosto 2015 |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 36°55′30″N 14°43′50″E / 36.925°N 14.730556°E |
Superficie | 1 623,89 km² |
Abitanti | 319 350 (31-12-2023) |
Densità | 196,66 ab./km² |
Comuni | 12 comuni |
Province confinanti | Caltanissetta, Catania, Siracusa |
Altre informazioni | |
Lingue | italiano, siciliano |
Prefisso | 0932 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-RG |
Codice ISTAT | 088 |
Targa | RG |
Cartografia | |
Posizione del libero consorzio comunale di Ragusa all'interno della Sicilia. | |
Sito istituzionale | |
Il consorzio ha una superficie di 1.614 km² e una densità abitativa di circa 195 abitanti per km²; comprende dodici comuni: Ragusa, Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Pozzallo, Santa Croce Camerina, Scicli e Vittoria. Confina con i liberi consorzi di Siracusa e Caltanissetta, e con la città metropolitana di Catania; la sua parte meridionale si affaccia sul mar Mediterraneo. Le città di Ragusa, Modica e Scicli (facenti parte dell'antico Val di Noto e in tempi recenti del "Libero consorzio comunale di Ragusa") dal 2002 sono riconosciute quali Patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.
Il territorio è costituito in prevalenza, per circa due terzi, da colline; la sua parte centrale costituisce l'altopiano ibleo, con un'altitudine media compresa tra i 400 e i 600 metri s.l.m.. I picchi più elevati del territorio del consorzio comunale si trovano ai suoi confini settentrionali. I rilievi maggiori sono il Monte Lauro (1010 m), il Monte Casale (910 m) e il Monte Arcibessi (906 m).
Le uniche pianure presenti sul territorio si trovano nella sua parte occidentale, dove si sviluppa la piana di Vittoria e, all'estremità orientale, nel territorio comunale di Pozzallo e parzialmente in quello di Ispica.
La geomorfologia dell'altopiano ibleo è molto variegata. Il territorio spesso degrada verso il mare con un progressivo terrazzamento e con incisioni profonde delle colline, dette "cave", disposte generalmente in direzione sud. Tali cave, che sono il risultato dell'erosione dei fiumi nel lungo corso delle ere geologiche, presentano frequentemente delle improvvise variazioni di livello, rispetto al fondo (anche di 200 m), come si riscontra nel caso del fiume Irminio. Andando verso la costa, si alternano falesie calcarenitico-sabbiose e piccole pianure alluvionali marnose o argillose, che spesso formano paludi costiere (quasi tutte prosciugate), delimitate da dune sabbiose. In altre località (Marina di Ragusa, Cava d'Aliga e Pozzallo) si protendono invece sul mare, con scogliere di modesta elevazione.
La parte centrale, nota come "Tavolato ibleo", è costituita da formazioni vulcanitiche come il Monte Lauro, che ne è la massima elevazione, segmentate da un complesso sistema di faglie.
È in questo sistema che si inquadrano le strutture geologiche che, nell'area attorno a Ragusa, determinano affioramenti di petrolio, con concentrazioni asfalto-bituminose. In passato la pietra scura presente in tali aree, meglio conosciuta come "pietra-pece", veniva utilizzata come materiale da costruzione e caratteristica decorazione. Fino alla seconda guerra mondiale tale pietra veniva estratta in grandi quantità e trasportata con i treni merci della ferrovia a scartamento ridotto dell'Anapo al Porto di Siracusa; trasportata via mare agli impianti di trattamento, era oggetto di lavorazione per estrarne gli idrocarburi in essa contenuti.
Non vi sono fiumi di grande portata: sono definiti "fiumi" l'Irminio, il Dirillo, il Tellaro e l'Ippari; degno di nota è il Tellesimo. Il rimanente dei corsi d'acqua sono a carattere torrentizio e nello specifico territoriale prendono il nome di "cave".
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Non solo presenti laghi naturali; due bacini artificiali sono stati costruiti tra gli anni settanta e i primi anni ottanta, il lago Santa Rosalia che si trova nel comune di Ragusa e il lago Dirillo, che ricade in parte sul territorio di Monterosso Almo.
La fascia costiera ragusana comprendeva, nei tempi antichi, numerose paludi e pantani che in parte, nel corso di bonifiche occorse tra gli anni trenta e sessanta, vennero prosciugati.
In territorio di Ispica sono presenti le uniche superfici lacustri naturali rimaste: i pantani salati, Longarini, Bruno e Gorgo Salato; gli altri, il pantano Gariffi e il pantano Arezzi sono invece di acqua dolce. Tra il promontorio di Kamarina e Scoglitti si estendeva la Palude di Kamarina, formatasi al riparo dalle dune di sabbia alla foce dell'Ippari che fu prosciugata dai coloni greci nel III secolo a.C..
La linea costiera del consorzio comunale è bagnata, a sud, dal Mar Mediterraneo tra la foce del fiume Dirillo e il Pantano Longarini. La spiaggia, detta "I Macconi", tra la foce del Dirillo e la foce dell'Ippari, è sabbiosa e lunga. Più oltre, in direzione di Punta Secca, la costa diventa rocciosa, alternando piccole spiagge e scogliere. Tra Marina di Ragusa e Cava d'Aliga il litorale è prevalentemente sabbioso e riprende ad essere roccioso fino a Punta Religione, intervallando falesie e piccole spiagge come quella di Sampieri, costituita da finissima sabbia dorata. Tra Pozzallo e Punta Ciriga tornano nuovamente a prevalere le spiagge sabbiose. In corrispondenza di Punta Ciriga si trovano, l'isola di Iannuzzo e l'isola dei Porri.
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L'orografia complessa dell'area comporta la presenza di differenti tipologie climatiche.
Nelle aree più meridionali e costiere la piovosità è in genere scarsa: una media dei rilevamenti del trentennio 1961-1990, registrati dalle due stazioni di rilevamento di Gela, e di Cozzo Spadaro evidenzia, per il trimestre giugno-agosto, precipitazioni di appena 2–3 mm di pioggia. In inverno la piovosità sale a 45–60 mm (ottobre-febbraio), con una punta di 71 mm nel mese di ottobre, soltanto nella seconda località. L'umidità relativa media è invece significativa e risulta maggiore nelle aree pianeggianti del vittoriese, dove per tutto l'anno si mantiene a una media del 72-79%. Sostanzialmente simile, salvo una flessione al 66-69% nel trimestre giugno-agosto, quella dell'area tra Ispica, Pozzallo e Marina di Ragusa.
Diversa invece è la quantità di pioggia che cade sulle zone elevate dell'altopiano, dove in autunno, inverno e primavera i livelli di piovosità sono più elevati. Nella zona di Acate la quantità di pioggia annua varia tra i 205 mm dell'anno meno piovoso e i 588 mm dei picchi, mentre nell'area di Chiaramonte Gulfi l'oscillazione è compresa tra 377 e 1481 mm complessivi.
I venti si mantengono in genere moderati, al disotto degli 8,5 nodi con prevalenza da ovest-sud-ovest. I mesi meno ventosi sono giugno per l'area occidentale e settembre per quella orientale.
Anche la temperatura media annua è correlata, in linea di massima, con la quota altimetrica: si va dai 13°-14° dell'area montana (tra Chiaramonte Gulfi, Monterosso Almo e Giarratana) ai 14°-15° del capoluogo, per finire con i 18°-19° delle aree in prossimità della costa. Per quanto riguarda la media delle temperature massime del mese più caldo, il valore è simile in tutta l'area: 30°. Unica eccezione la zona di Vittoria, che riporta un valore leggermente inferiore. Le temperature medie del mese più freddo sono invece differenti: 2°-4° nell'area montana, 4°-6° nel ragusano e 6°-8° nel rimanente territorio. L'escursione termica è notevolissima nell'area montana: la sua media annua raggiunge i 17°.
Nelle aree più a sud e in quelle costiere non sono presenti stazioni meteorologiche, ma un'indicazione di massima può venire dai dati rilevati dalle stazioni presenti nei limitrofi liberi consorzi comunali di Siracusa e Caltanissetta (Gela e Cozzo Spadaro): i valori e i dati statistici possono essere assimilati a quelli dei territori confinanti, dato che le stazioni rilevatrici sono ubicate a pochi chilometri dai confini con il Libero consorzio comunale di Ragusa.
COZZO SPADARO (51 metri s.l.m.) | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temperatura massima media (°C) | 15 | 15 | 17 | 19 | 22 | 26 | 30 | 30 | 28 | 24 | 20 | 17 | 21,9 |
Temperatura minima media (°C) | 9 | 9 | 10 | 12 | 15 | 19 | 21 | 22 | 21 | 17 | 14 | 11 | 15 |
Piogge (mm) | 61 | 43 | 33 | 18 | 13 | 27 | 2 | 5 | 25 | 78 | 51 | 71 | 427 |
GELA (33 m s.l.m.) | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temperatura massima media (°C) | 15 | 15 | 16 | 18 | 21 | 24 | 28 | 27 | 26 | 23 | 19 | 18 | 20,8 |
Temperatura minima media (°C) | 9 | 9 | 9 | 11 | 15 | 18 | 20 | 21 | 20 | 16 | 13 | 10 | 14,3 |
Piogge (mm) | 46 | 36 | 29 | 24 | 17 | 3 | 3 | 11 | 20 | 56 | 54 | 55 | 354 |
Nel territorio ragusano sono state istituite alcune riserve naturali e aree di interesse naturalistico; altre sono ancora in fase propositiva:
Denominazione | Zona geografica | Comuni interessati | Sito istituzionale |
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Riserva naturale Pino d'Aleppo | comune di Vittoria | Vittoria, Ragusa | Regione Siciliana |
Riserva naturale macchia foresta del fiume Irminio | area costiera tra Marina di Ragusa (Ragusa) e Donnalucata (Scicli) | Ragusa, Scicli | |
Demanio Forestale di Randello | area costiera tra Cozzo Campisi e Passo Marinaro | Ragusa | |
Parco forestale Calaforno | area montana boscata | Chiaramonte Gulfi, Ragusa | |
Riserva naturale orientata Pantani della Sicilia Sud-Orientale | area costiera | Ispica |
La Riserva naturale Pino d'Aleppo, presso Vittoria, è stata istituita con lo scopo «di salvaguardare le formazioni residue autoctone di Pinus halepensis e di ricostituire la pineta nelle aree a gariga degradata per azione dell'uomo». La Riserva naturale macchia foresta del fiume Irminio si trova sulla costa, tra Marina di Ragusa e Donnalucata, mentre il Demanio Forestale di Randello è sito nel tratto di costa prospiciente la zona archeologica di Kamarina.
Aree boschive demaniali del libero consorzio comunale:[senza fonte]
È in corso di attuazione l'iter di realizzazione del Parco Nazionale degli Iblei, previsto dall'art. 26, comma 4 septies, della Legge 222 del 29 novembre 2007. Si tratta del primo parco nazionale della Sicilia e anche della più grande area naturale protetta dell'isola, che abbraccia i territori di Siracusa (60%), Ragusa (30%), Catania (10%). L'8 febbraio 2011 il consiglio provinciale ha approvato una proposta di perimetrazione del parco. Tale proposta, che esclude le principali aree di interesse del biotopo ibleo e addirittura alcune aree SIC, è stata ritenuta insoddisfacente da larga parte dell'opinione pubblica e dalle associazioni naturalistiche del Ragusano, che hanno manifestato a tutti i livelli il proprio dissenso. La Regione ha quindi chiesto a queste ultime (riunitesi nel Coordinamento delle Associazioni Naturalistiche e Ambientaliste) di presentare una propria proposta di perimetrazione, spiegandone le ragioni.
I confini ufficiali e l'autonomia amministrativa dell'ex provincia di Ragusa sono stati definiti nel 1926, durante il fascismo, dal conte Enrico Ucchino.
Il territorio dell'attuale libero consorzio comunale corrisponde grosso modo all'antica Contea di Modica, nata il 25 marzo 1296, quando il Re di Sicilia Federico III conferì la concessione a Manfredi I Chiaramonte, investendolo del titolo di Conte di Modica e Signore di Ragusa, Caccamo, Scicli, Gulfi, Pozzallo e Spaccaforno.
In seguito il feudo dei Chiaramonte divenne un'entità amministrativa del tutto autonoma rispetto al Regno di Sicilia: aveva tribunali con tre gradi di giudizio (compreso quello delle II Appellazioni, che non esisteva neppure a Palermo), un governatore, amministratori per le singole "università" (cioè gli attuali comuni) e forze di polizia municipale e comitale. Rispetto al territorio del ente territoriale moderno quello del feudo includeva i comuni di Acate (detta Biscari fino al 1930), Comiso, Ispica e Santa Croce Camerina nel periodo dal 1392 al 1457, essendo Conti Bernat Cabrera e suo figlio Giovanni Bernardo. Quest'ultimo, a causa di un debito di 60.000 fiorini, fu costretto ad alienare alcuni feudi per far cassa. Fu così che, fra il 1453 e il 1457, Comiso fu ceduta ai Naselli, Giarratana ai Settimo, Ispica ai Caruso-Statella, Santa Croce al modicano Pietro Celestre, Acate ai Paternò-Castello. Per lungo tempo, invece, il feudo comprese anche Caccamo, Calatafimi e Alcamo, città della Sicilia occidentale, queste ultime due fino all'annessione al regio demanio, avvenuta nel 1802, delle terre della Contea di Modica.
Nel 1812 con la promulgazione della nuova Costituzione del Regno di Sicilia, il territorio venne ricompreso nel Distretto di Modica che nel 1837 venne accorpato alla Provincia di Noto la quale, con il Regno d'Italia, nel 1865, divenne provincia di Siracusa.
Nel 1926 Ragusa venne eretta a capoluogo di provincia, ma di fatto fu attiva dal 2 gennaio 1927. Durante la seconda guerra mondiale la vita della provincia venne scossa dai bombardamenti alleati, a partire dal 1942 e per tutto il 1943, anche a causa della presenza di vari aeroporti militari (Comiso, Vizzini e Gela), dalle cui piste partivano i cacciabombardieri dell'Asse. Nel luglio 1943 la provincia fu uno dei teatri dello Sbarco in Sicilia degli Alleati.
Il 28 marzo 2014 è stata prevista la soppressione delle 9 provincie regionali, sostituite temporaneamente da nove "Liberi Consorzi comunali" e 3 aree metropolitane in seguito all'entrata in vigore della legge approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014.
In ottemperanza alla legge regionale del 24 marzo 2014, n. 8, recante il titolo “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane” e disciplinata poi con la successiva legge regionale n. 15 del 4 agosto 2015, "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane", la provincia regionale di Ragusa è stata soppressa e sostituita dal libero consorzio comunale di Ragusa.
Il libero consorzio comunale ha mantenuto inalterato lo stemma e il gonfalone della vecchia provincia. Essi sono così descritti nell'articolo 4 dello Statuto:
«Il Libero Consorzio Comunale di Ragusa adotta lo stemma descritto come segue: scudo araldico inquadrato con fondo azzurro, banda scaccata di due file d'argento e di rosso caricata da un'aquila dal volo abbassato rivolta con la testa a destra, tenente fra gli artigli una corona di alloro e quercia nastrata in rosso. La testa dell'aquila è sormontata da una stella d'argento, a cinque punte.Lo scudo è fregiato dalla corona di Provincia.
Il Gonfalone che misura cm 87×195 è di tessuto raso in seta di colore azzurro bordato in oro; termina in tre bande, la centrale più lunga, rifinite con frangia dorata; al centro reca lo stemma, come descritto circondato da decoro a tralci di acanto ricamate in oro. Il Gonfalone come sopra descritto è sorretto da bastone lanciato e completo di due fiocchi che scendono lungo i lati.»
Come per altre aree italiane, quella che nel parlato di tutta la Sicilia, in generale, permane indelebile è la traccia romana o meglio del latino popolare o volgare. La quasi totalità delle popolazioni che facevano parte dell'ex contea di Modica hanno in comune l'evoluzione dei nessi cl e pl, che nel Ragusano sono resi in /t∫/, quando nel resto della Sicilia l'esito è espressi in /K/. Mentre difatti di clavis (chiave), plangere (piangere) e plenus (pieno) gli altri isolani ne fanno "chiavi", "chianciri" e "chinu", il ragusano ne fa "ciavi", "cianciri" e "cinu".
Il consorzio per decenni non è stato dotato di tratte autostradali sul proprio territorio nonostante, fin dalla fine degli anni sessanta, fosse esistito il progetto dell'autostrada Siracusa-Gela, i cui lavori sono stati realizzati lentamente e con lunghi periodi di interruzione. L'autostrada è stata realizzata solo nel tratto tra Siracusa e il casello di Modica, servendo quindi solo la parte orientale del consorzio con gli svincoli di Ispica-Pozzallo e Modica. Al mese di dicembre 2023, i lavori dei tratti autostradali successivi non sono ancora partiti.
L'asse principale della rete viaria ragusana è la strada statale 115, che proviene da Siracusa, attraversa i maggiori centri urbani e prosegue per Gela. La trafficatissima e pericolosa strada statale 514 convoglia il traffico automobilistico da e per Catania; sulla stessa direttrice – ma attraverso i centri di Monterosso Almo e Giarratana – si snoda anche la tortuosa ed altrettanto pericolosa strada statale 194. L'intero sistema viario della zona necessita di interventi radicali, anche in considerazione del fatto che si tratta di uno dei poli produttivi agro-alimentari più importanti d'Italia; non avendo un sistema ferroviario efficiente, è costretto ad un intenso uso del trasporto su gomma. La strada provinciale 25 collega il capoluogo ibleo a Marina di Ragusa.
Il territorio ragusano è attraversato dalla ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì, gestita da RFI, per poco più di 119 km di binari; la tratta per molti decenni rimase in condizioni precarie che non permettevano velocità commerciali adeguate ai tempi. Un ammodernamento e un potenziamento delle opere d'arte (ponti e viadotti), tra Vittoria e Siracusa, venne eseguito nell'ambito del Programma integrativo FS con i fondi stanziati dalla legge 12 febbraio 1981 ma le strategie economiche attuate in seguito alla "riforma delle ferrovie" nel corso degli anni duemila ne hanno prodotto la progressiva sottoutilizzazione. La linea, pur tortuosa e con elevate pendenze, attraversa e collega direttamente alcuni tra i più grandi centri urbani ragusani con i territori confinanti (Siracusano e Nisseno) e le grandi aree metropolitane di Palermo e Catania. Il traffico merci su rotaia è quasi inesistente (al 2014), nonostante l'alto potenziale costituito dalle aree di grande produzione ortofrutticola di Vittoria, Scicli e Ispica.
Fino alla fine degli anni cinquanta fu attivo un collegamento ferroviario più breve, tra Ragusa e Siracusa, mediante la ferrovia a scartamento ridotto, Ragusa-Bivio Giarratana-Siracusa la cui stazione di Ragusa era a fianco dello scalo FS. Raggiungeva il capoluogo costiero attraversando la Valle dell'Anapo e il sito archeologico di Pantalica. Era potenzialmente anche il più breve e diretto collegamento ferroviario con Catania, tramite il bivio Giarratana, raggiungendo la stazione FS di Vizzini, sulla ferrovia Catania-Caltagirone-Gela, nella propria stazione di Vizzini Scalo.
Lo scalo marittimo più importante del territorio è il Porto di Pozzallo che, oltre al traffico mercantile e peschereccio, vanta anche un collegamento di linea passeggeri con la vicina Malta. Nel 2022 il porto di Pozzallo ha movimentato 307.027 passeggeri e 1.366.216 t tonnellate di merci.
Oltre a quello di Pozzallo esistono anche altri porti da pesca e da diporto: Scoglitti, Marina di Ragusa, Donnalucata e Punta Secca, località che ha ospitato le riprese della serie televisiva Il commissario Montalbano. Il nuovo porto di Marina di Ragusa, è stato dichiarato operativo il 3 luglio del 2009, ha oltre 800 posti barca e sarà uno dei tre "Hub" per la nautica da diporto della Sicilia.
Porti lungo la costa ragusana | Tipologia | Posti barca |
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Sul territorio ragusano insiste l'Aeroporto di Comiso, dal quale fino all'inizio degli anni settanta l'ATI effettuava collegamenti con alcune località della Sicilia e della penisola. Dato il modesto traffico, tuttavia, il collegamento venne soppresso e dal 1983 la struttura fu destinata a Base Nato. Dopo vari decenni di pressioni operate da parte dei settori produttivi ed imprenditoriali del territorio, è stato riconvertito da aeroporto militare in aeroporto civile. Lo scalo è stato aperto al traffico civile il 30 maggio del 2013. Nel Ragusano sono presenti anche strutture minori:
Struttura | Pista | Lunghezza |
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I livelli occupazionali e il reddito medio pro capite erano nel 2005, nell'allora provincia, fra i più elevati del Mezzogiorno, e quella di Ragusa era la provincia con il più basso tasso di disoccupazione in Sicilia (non superava il 16%, mentre nel comune di Ragusa presentava un valore in linea con la media nazionale. Nel 2013 il tasso di disoccupazione è cresciuto al 19,3%, inferiore al dato regionale e del Mezzogiorno ma superiore di quasi 6 punti percentuale al dato nazionale. È presente inoltre la Banca Agricola Popolare di Ragusa, primo istituto di credito del territorio che con i suoi 40 sportelli nel Ragusano è fra le banche più rappresentate nel territorio. Fra le banche di una certa dimensione è l'unica che abbia mantenuto la sua sede in Sicilia dopo che il Banco di Sicilia è stato inglobato nel gruppo UniCredit.
L'indice di libertà economica (che tiene conto non solo del Pil prodotto ma anche di elementi quali economia, lavoro, contesto sociale, finanza, fisco e trasferimenti) poneva nel 2006 il ragusano ai livelli delle province del nord Italia, collocando l'ex provincia al cinquantunesimo posta della classifica nazionale, con un indice di 64,8 su 100.
La pietra-pece, conosciuta anche come pietra-oro, è quel particolare tipo di roccia che impera nel panorama architettonico del barocco ibleo. Si tratta di una roccia sedimentaria calcarea risalente al Cenozoico, che essendo impregnata di bitume, in proporzioni che variano dal 4% al 10%, non è particolarmente soggetta a sgretolarsi ed è particolarmente atta all'uso in ambienti soggetti a forte umidità. Il colore varia in proporzione alla quantità di bitume contenuto e può assumere varie gradazioni dal marrone al quasi nero.
Essa viene utilizzata da secoli per usi ornamentali, come nel caso del Castello di Donnafugata; viene usata anche come pavimentazione, decorazione e per lapidi sepolcrali. In contrada Tabuna, ad esempio, sono stati ritrovati dei sarcofagi pre-ellenici. Altri esempi del XVI secolo sono i capitelli del Duomo di San Giorgio.
La pietra pece attivò gli interessi di società francesi ed inglesi, e in seguito anche tedesche, per l'estrazione di idrocarburi, tra la fine del XIX secolo e la prima guerra mondiale. L'estrazione avveniva con l'impiego di bassa manodopera locale; un grosso esercito di minatori, anche adolescenti, e carrettieri erano impiegati per estrarre dalle cave migliaia di tonnellate di roccia, parte lavorata sul posto e parte imbarcata verso Gran Bretagna, Francia, Germania e altre località europee.
La Grande guerra mise fine all'opera delle aziende tedesche e vide la nascita di quelle italiane che poi si svilupparono, a causa dell'autarchia, nel periodo fascista. Infatti dal minerale veniva prodotto carburante per autotrazione, ma probabilmente non tanto quanto si diceva che fosse anche perché il contenuto in frazioni leggere era molto scarso. In ogni caso fu questa, probabilmente, una delle motivazioni principali che portarono alla costituzione della provincia di Ragusa.
Dopo la seconda guerra mondiale venne avviata la produzione di cemento pozzolanico utilizzando proprio la pietra-pece, privata dell'idrocarburo. Tuttavia venuta meno la convenienza economica dell'estrazione, dalla fine degli anni ottanta solo qualche azienda specializzata, per lo più nel restauro conservativo di edifici antichi, continua nella lavorazione della roccia scura.
Le affiorazioni bituminose nell'area ragusana erano note sin dall'antichità ed erano perciò sorte attività estrattive e di lavorazione della pece; il prodotto è presente negli scisti bituminosi di cui è ricca l'area. Nei primi decenni del XIX secolo società francesi ed inglesi acquisirono le licenze di produzione ed esportazione di roccia petrolifera, con ampio uso di manodopera locale. A metà degli anni venti iniziò la distillazione, di idrocarburi come benzina per autotrazione e gasolio, anche da parte di aziende italiane a mezzo di impianti situati intorno alla città di Ragusa. Fino al 1957, anno in cui venne attivato l'oleodotto che univa l'area di estrazione (Ragusa) e quella di raffinazione (Augusta) venivano impiegati tra 7 e 8 treni giornalieri di carri cisterna per il trasporto del greggio.
Dalla fine degli anni cinquanta in poi sono sorti anche stabilimenti di raffinazione di petrolio dalla Gulf Oil Corporation e dell'Eni e stabilimenti di produzione di prodotti derivati.
A Comiso è fiorente l'attività di lavorazione di vari tipi di roccia e di marmi, nazionali ed esteri, per uso edilizio ed architettonico.
È presente un sistema di piccole e medie imprese, articolato in sei raggruppamenti merceologici: agroalimentare e mangimistico, materiali e complementi per l'edilizia, marmi e graniti, legno-arredo, chimico-plastico e metalmeccanico-impiantistico. Più recentemente si è sviluppata l'attività industriale legata al settore lattiero-caseario, con la nascita di aziende di respiro nazionale. L'industria vanta il 60% della produzione lattiero-casearia dell'isola ed un'importante produzione di polietilene e di materiali plastici per l'agricoltura, utilizzati prevalentemente per la copertura delle serre.
L'agricoltura del Ragusano presenta molti aspetti tradizionali: sui terreni dell'altopiano sono prevalenti i seminativi asciutti, soprattutto cereali, e le colture arboree. Un mosaico di colture arboree e impianti ortofrutticoli caratterizza le aree di Ispica e Pozzallo, le zone collinari e la pianura tra Vittoria, Comiso ed Acate. Ma il settore più rilevante e innovativo è quello delle serre, soprattutto sui suoli sabbiosi che si distendono da Vittoria fino al litorale; milioni di metri quadrati di coltivazioni, realizzati con grande economia di materiali, in cui si realizza una produzione di zucchine, melanzane, pomodori e fiori (questi ultimi, specialmente nel territorio di Vittoria) che interessa l'intero anno. La coltura in serra si presenta – in ambiti monofunzionali o con altre tipologie di insediamento polifunzionali – nell'area di Ispica, tra Donnalucata e Scicli, oltre che lungo la costa e nell'entroterra tra Punta Secca e Santa Croce Camerina e tra Marina di Acate ed Acate. Nei primi anni settanta l'esplosione delle serre ragusane ha costituito, secondo Antonio Saltini, uno dei fenomeni di vivacità più singolari dell'intera agricoltura italiana creando, su terreni che non offrivano praticamente alcun reddito, un flusso di produzione di decine di miliardi di lire, coinvolgendo una serie ingente di settori connessi, dal commercio di sementi e antiparassitari a quello del polietilene, dal gas in bombole per il riscaldamento invernale delle serre agli impianti di refrigerazione ed ai trasporti su strada.
La viticoltura ha un posto importante nell'economia del ragusano; molti sono i vini IGT e DOC prodotti, tra i quali primeggia il Cerasuolo di Vittoria, prodotto dall'unione di uve Nero d'Avola e Frappato.
Il Ragusano, tra i territori siciliani, è quello che ha sviluppato su vasta scala l'allevamento del bestiame, soprattutto di bovini da latte tra cui primeggia una razza autoctona detta razza modicana. Questa particolare vocazione l'ha resa leader nella produzione lattiero-casearia regionale. I dati statistici relativi al 2005 registrano infatti ben 2.169 aziende del settore con una produzione di 437.737 tonnellate di latte vaccino. Numerose anche le aziende correlate, alcune di grandi dimensioni, che producono formaggi e derivati del latte tra cui il caciocavallo ragusano dop. Una caratteristica stabilita per legge prescrive che la zona di provenienza del latte per la produzione del Ragusano comprende l'intero territorio dei comuni di Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli e Vittoria. Il formaggio viene prodotto esclusivamente con latte di vacca intero, crudo: l'alimentazione delle mucche da cui deriva il latte è costituita prevalentemente da erbe spontanee dell'altopiano ibleo.
Il Terremoto del Val di Noto del 1693, a cui ha fatto seguito il fervore della ricostruzione, ha prodotto nell'intera area una serie di città il cui patrimonio architettonico, facente parte del barocco siciliano, è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità: si tratta di Ragusa, Modica e Scicli, le cui architetture sono state rese note dai film e dalle serie televisive cui hanno fatto da sfondo (da Il Gattopardo di Luchino Visconti all'L'uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, fino alla serie televisiva Il commissario Montalbano).
Oltre al turismo culturale, che oltre alle già città del barocco interessa anche le zone archeologiche di Kamarina e Casmene, è sviluppato un turismo di balneare grazie alla costruzione, avvenuta negli ultimi quindici anni, di diversi villaggi turistici ed infrastrutture, che date le condizioni climatiche favorevoli, consentono la balneazione per almeno sei mesi all'anno.
Il Ragusano non ha propri atenei, ma Ragusa ospita alcuni corsi di laurea dell'Università degli Studi di Catania: Lingue e letterature straniere. Esiste un "Consorzio universitario della Provincia di Ragusa", costituito nel 1995 con il fine di gestire iniziative universitarie e culturali del territorio ibleo. Il consorzio, fondato dall'allora provincia, dal comune di Ragusa e dall'"Associazione per la Libera Università degli Iblei" a cui si sono aggiunti altri comuni, associazioni di categoria e professionali, enti finanziari e associazioni culturali, si propone di assicurare la prosecuzione degli studi universitari a Ragusa, nella volontà di realizzare il quarto polo universitario statale dell'isola.
Il suo nome è di origine araba dato probabilmente a una costruzione o alla località. Le origini di una parte dell'edificio, tra cui la torre, risalgono alla metà del Settecento ma nel suo complesso il possente edificio è dovuto al Barone Corrado Arezzo che lo fece realizzare un secolo dopo inserendo nella facciata principale, in stile neogotico con richiami del veneziano, la bella loggia con gli eleganti archi trilobati. L'edificio si sviluppa su una superficie di 2500 m² e consta di ben 122 vani. Il piano nobile è dotato dell'arredamento originale dell'epoca; vi si accede mediante una grande scalinata monumentale in pietra-pece (tipica della zona ragusana ricca di bitume e olio minerale). Notevoli il salone degli stemmi, con affreschi parietali di insegne nobiliari delle grandi famiglie siciliane, il salone degli specchi, la sala della musica, la stanza del biliardo e la stanza da letto della principessa di Navarra. Le stanze, le sale e i corridoi sono decorati con stucchi ed affreschi. Il Castello è attorniato da un parco lussureggiante di quasi 8 ettari con grandi alberi di Ficus, ed altre essenze esotiche. Al suo interno si trovano un labirinto, un tempietto circolare, una coffee-house e delle grotte artificiali. Il castello è stato acquisito dal Comune di Ragusa nel 1982 e in seguito restaurato. Le sale del castello vengono spesso utilizzate come set di produzioni cinematografiche.
Tra gli eventi religiosi del territorio vi è il complesso di manifestazioni che si svolgono a Ispica durante la settimana santa. Caratteristica è la processione del giovedì santo, detta del "Cristo alla colonna". Nata nel Medioevo, originariamente era formata da un gruppo di "flagellanti" che, a torso nudo e con una corona di spine, si percuotevano le spalle con cordicelle con vetro, ferro e chiodi: quest'ultima cruenta cerimonia è lentamente caduta in disuso mentre è ancora oggetto di grande culto la processione del simulacro.
Sin dagli anni sessanta il territorio del libero consorzio è stato scelto come set per diversi film ambientati in Sicilia. Nel 1960 fu girato a Ispica Divorzio all'italiana di Pietro Germi. Sempre a Ispica, nel 1974, furono girate alcune scene de Il viaggio di Vittorio De Sica, e nel 1984 alcune scene di Kaos dei fratelli Taviani. Nel 2002 il Teatro comunale Vittoria Colonna di Vittoria fece da cornice per alcune scene de Il consiglio d'Egitto, di Emidio Greco. Nello stesso anno Franco Battiato, nella sua prima opera cinematografica (Perdutoamor), ha utilizzato come set il loggiato della Basilica di Santa Maria Maggiore di Vincenzo Sinatra, a Ispica.
Nell territorio ibleo, soprattutto tra i comuni di Ragusa, Modica e Scicli, sono state girate la maggior parte delle scene de Il commissario Montalbano, serie televisiva poliziesca tratta dai romanzi di Andrea Camilleri; in particolare, la casa dove risiede il commissario si trova a Punta Secca, frazione di Santa Croce Camerina, mentre la sede del commissariato di polizia della fittizia Vigata è il municipio di Scicli.
A differenza di altre aree della Sicilia, nelle quali domina la cucina a base di pesce, la gastronomia ragusana è orientata maggiormente sui piatti a base di carne, latte, formaggi e prodotti della terra.
Alcuni piatti caratteristici:
Una specialità molto conosciuta è il cioccolato modicano. Il cacao venne portato a Modica, intorno alla metà del Seicento, dai padri Gesuiti; in seguito venne aperta una delle prime fabbriche artigianali d'Europa, ancora esistente, che produceva un tipo di cioccolato particolare mediante un procedimento di origine azteca, che gli stessi religiosi avevano appreso nelle colonie spagnole sudamericane.
Le maggiori chiese del territorio sono:
a Comiso
a Modica
a Ragusa
a Vittoria
Il libero consorzio comunale di Ragusa ha una popolazione di 317.790 (dato di giugno 2023) abitanti con densità abitativa di circa 195 abitanti per km².
Il capoluogo, Ragusa, è il comune più popolato, ma vista la considerevole estensione del territorio comunale, con 167 abitante per km², risulta soltanto settimo quanto a densità abitativa.
La popolazione dell'ex provincia, dal 1982 al 2001 ha avuto un incremento pari al 7,6% con un differenziale positivo di 20.811 abitanti.
Degli altri undici comuni del libero consorzio, Vittoria e Modica superano i cinquantamila abitanti, mentre gli altri hanno una popolazione fra i trentamila e i tremila abitanti. Il comune meno popoloso è Monterosso Almo, mentre quello più densamente popolato è Pozzallo con una densità abitativa di 1.230,05 ab./km². Pozzallo è anche il comune meno esteso con una superficie di soli 14,94 km².
Appartengono al libero consorzio comunale di Ragusa i seguenti 12 comuni:
Stemma | Città | Popolazione (ab) | Superficie (km²) |
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Acate | 10 920 | 101,40 km² | |
Chiaramonte Gulfi | 7 935 | 126,00 km² | |
Comiso | 30 214 | 64,93 km² | |
Giarratana | 2 832 | 43,47 km² | |
Ispica | 16 142 | 113,5 km² | |
Modica | 53 542 | 290,77 km² | |
Monterosso Almo | 2 826 | 56,30 km² | |
Pozzallo | 19 067 | 14,94 km² | |
Ragusa | 71 129 | 442 km² | |
Santa Croce Camerina | 10 759 | 40,76 km² | |
Scicli | 26 960 | 137,57 km² | |
Vittoria | 62 486 | 181,31 km² |
Importante evento organizzato nel 1968 a Ragusa (FIBA EuroBasket Women 1968) fu l'Europeo femminile di basket. Nel capoluogo si disputarono le eliminatorie del gruppo A, vinte dalla nazionale jugoslava e le finali di consolazione, in cui si affermò la Romania.
Nel calcio sono quattro le società ragusane ad aver raggiunto i campionati nazionali, anche se alcune sono incorse in difficoltà economiche di rilievo:
Valente società sportiva ragusana è la Pro Scicli, che nella stagione 2006-2007 è stata promossa per la prima volta in Serie A di calcio a 5.
Il Ragusa Rugby Club rappresenta il rugby ibleo dal 1967: al massimo è arrivato in Serie B.
Le società ragusane ad aver vinto titoli nazionali sono:
Il principale impianto sportivo ragusano è lo Stadio Aldo Campo, situato in contrada Selvaggio, nel capoluogo. È stato edificato nel 1972 ed è impiegato per calcio e rugby potendo ospitare un massimo di 3.500 spettatori. Nella stessa zona, si trova il principale Palazzetto dello sport della zona, il PalaMinardi, che può ospitare 3.500 persone. Impiegato fino a poco tempo fa per la pallavolo (ha ospitato anche la nazionale italiana) e per la pallacanestro (vi giocava la Virtus Ragusa in Legadue), è stato impiegato anche per le arti marziali. Altri impianti sportivi iblei sono il PalaPadua di Ragusa con 2.000 posti a sedere, il PalaMarsala (Ragusa) con 500 e a Comiso il PalaDavolos che ha 620 posti.
Il Comunale di Vittoria, con 5.000 posti è diventata la struttura più capiente del territorio di Ragusa ed è il secondo impianto calcistico per importanza, seguito dal Caitina di Modica, che arriva a 2.500 posti a sedere. Il comunale di Comiso può ospitare 1800 spettatori mentre la Pro Scicli gioca al campo Geodetico di villaggio Jungi.
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