Letteratura Coreana: Letteratura in lingua coreana

La letteratura coreana è la letteratura che si è sviluppata in Corea.

Cronologicamente viene suddivisa in un periodo classico e uno moderno.

I testi furono prima scritti in Gugyeol, un tipo di sistema che permetteva di riprodurre i testi dei classici cinesi in coreano; poi in Hangŭl, l'alfabeto coreano creato nel XV secolo grazie a Sejong Il Grande, quarto re della dinastia Joseon.

Periodo Classico

La letteratura classica coreana fu influenzata dal Confucianesimo, dal Taoismo e dal Buddismo, i tre fondamenti più importanti della cultura cinese. La sua origine può essere fatta risalire all'epoca Preistorica, durante il periodo Jeulmun (8000-1500 a.C.) e il periodo Mumun (1500-300 a.C.), con le prime forme artistiche che combinavano danza, musica e letteratura; tuttavia essendo tramandata oralmente è impossibile trovare un qualsiasi tipo di esempio che sia rimasto integro nel tempo fino ad oggi.

Durante il periodo Mumun vengono tramandate, oralmente o durante le feste cerimoniali, la leggenda di Dangun, fondatore del regno di Gojoseon, nato da un dio e un'orsa; e la leggenda di Jumong, fondatore del regno di Goguryo, nato dal dio Hae Mosu, figlio del Cielo, e Yuhwa, la figlia del dio del fiume Habaek.

Inoltre in questo periodo si diffusero anche le canzoni: un esempio è la canzone composta dal secondo re di GoguryoHwangjo ka”, che letteralmente significa Canzone degli Orioli, trascritta con i caratteri cinesi.

Periodo dei Tre Regni

Si riferisce al periodo che va dal 57 a.C. al 668 d.C., quando il paese era suddiviso in tre Regni: Goguryo, Silla e Baekje.

Il primo esempio di letteratura lo incontriamo nel regno di Silla. Lo Hyangga, che letteralmente significa canzoni natie, utilizzava temi del Confucianesimo o temi riferiti alla pratica religiosa e al giorno d'oggi, di questi hyangga ne sono rimasti soltanto 25. Veniva trascritto in hyangch'al, un sistema di scrittura cinese nel quale alcuni caratteri venivano utilizzati per il suono ed altri per il significato; poiché questo sintema era molto complicato solo pochi hyangga sono stati del tutto decifrati. Quattordici di questi poemi del periodo Silla si possono ritrovare nel Samguk yusa (Resti o Memorie dei Tre Regni), mentre altri poemi del periodo Goryeo sono preservati nel Kyunyŏ chŏn (Storie di Kyunyŏ).

Dal punto di vista stilistico era formato da tre lunghezze, che mostrano il suo passaggio da semplice canzone popolare a composizione poetica, le tre lunghezze erano: 4 versi, 8 versi e 10 versi. I poemi da 4 versi erano le ballate popolari e le canzoni per bambini come per esempio “La Canzone di Mattung” e “L'Ode a Yangji”; alcuni erano dedicati agli Hwarang (Guerrieri del Fiore) come “L'Ode al Cavaliere Chukchi”. Quelli da 10 versi erano molto più sviluppati dal punto di vista della struttura e la maggior parte erano scritti da preti. Uno degli Hyangga più importanti è “La Canzone di Ch'ŏyong” che riprende un personaggio nominato nel Samguk yusa, figlio del Dragone del Mare che rimane sulla terra, con il re Hongang della dinastia di Silla, per servirlo.

Goryeo (935-1392)

Durante il primo periodo del regno di Goryeo venne ripreso il genere poetico che si era sviluppato durante il regno di Silla; tuttavia dopo poco tempo si perse interesse nello Hyangga e si formò un nuovo tipo di forma poetica che divenne molto popolare, le “Goryeo byeolgok” o “Goryeo gayo”, letteralmente canzoni di Goryeo.

Queste canzoni venivano inizialmente tramandate in forma orale, recitate dalle Kisaeng, intrattenitrici simili alle Geishe giapponesi, in occasioni come le cerimonie e gli spettacoli indirizzati ai nobili o alla famiglia reale; in seguito vennero trascritte con il nuovo sistema di scrittura Hangŭl. Molti degli autori rimangono tuttora sconosciuti. La poesia poteva avere due forme: la “dallyeonche” formata da poche stanze e la “yeonjangche”, che aveva molte stanze. Tra le più famose possiamo citare la “Cheongsan Byeolgok” (Canzone della Verde Montagna) che narra il dolore e la gioia che provoca la vita.

Lo stesso tema è riproposto in un'altra canzone, “Dong Dong” (Ode ai Mesi), dove viene narrato, mese per mese e in differenti circostanze, di un uomo a cui manca l'amore; altro tema frequente era quello del dolore della partenza che si può ritrovare nella canzone “Gasiri” (Stai Partendo?), dove la donna che viene lasciata si impegna a pregare per il suo amato e riuscirà a superare tutte le sue sofferenze, e nella canzone "Seogyeong Byeolgok” (Canzone della Capitale Occidentale). Inoltre le canzoni potevano essere destinate ad altre persone come benedizione o augurio, come ad esempio in “Jeongseok Ga” (Canzone dello Scalpello e della Pietra) o in “Samo Gok” (Ode alla Madre).

Nel 1087 si iniziò a diffondere la Tripitaka Koreana, le scritture sacre del buddhismo. Questa collezione è formata da ben 81.340 tavolette di legno, che riportano il più antico e importante Canone Buddhista. Dopo l'invasione mongola del 1231 gran parte delle tavolette andò distrutta; in seguito il Re Gojong (1213-1259) ordinò la restaurazione e la revisione delle Tripitaka che durò circa 16 anni.

Durante il regno di Injong (1122-1146) venne scritto il più importante dei documenti storici, il “Samguk Sagi” (Storia dei Tre Regni), scritto in cinese classico dal funzionario reale Kim Busik e completato nel 1145.
Si basa sui modelli di storie della dinastia cinese ed era quindi organizzato in sezioni. È composto in totale di 50 volumi, suddivisi in:

  • Storia di Silla (Nagi o Silla Bongi) di 12 volumi
  • Storia di Goguryeo (Yeogi o Goguryo Bongi) di 10 volumi
  • Storia di Baekje (Jegi o Baekja Bongi) di 6 volumi
  • Tavole Cronologiche (Yeonpyo) di 3 volumi
  • Monografie (Ji) di 9 volumi
  • Biografie (Yeoljeon) di 10 volumi

L'altro importante documento storico scritto fu il “Samguk Yusa”, che letteralmente significa Resti dei Tre Regni o Memorie dei Tre Regni; concluso nel 1285 dal monaco buddista Iryon. Considerato come supplemento del Samguk Sagi, conteneva al suo interno tutta una serie di storie, miti, leggende riguardanti i Tre Regni, soprattutto attinenti al regno di Silla e la fondazione del regno di Gojoseon da parte di Dangun. La parte finale contiene storie e miti sui monaci buddisti.

Intanto iniziavano a spiccare molti scrittori come Yi Kyu-bo (1168-1241), Ch'oe Ch'ung (984-1068), Kim Hwang-won (1045-1117), Chong Chi-sang (?-1135) e il “Chungnim Kohoe” (Assemblea nel Bosco di Bambù) un gruppo di sette poeti estremamente stimati che eccellevano nella poesia cinese.

Joseon

Primo Periodo Joseon (1392-1598)

Letteratura Coreana: Periodo Classico, Periodo Moderno, Traduzione di opere coreane 
Hunminjeongeum

Durante il regno di Sejong il Grande (1418-1450) quarto re della dinastia Joseon, si sviluppò un nuovo tipo di alfabeto, l'Hangŭl, il cui nome originale era Hunmin jeoe-um. Il nuovo sistema venne adottato come alfabeto ufficiale ed inoltre rispetto ai caratteri cinesi era molto più semplice da apprendere anche da persone meno colte.
Il Hunmin jeoe-um era il nome del libro che conteneva i nuovi caratteri, l'opera aveva due versioni:

  • Sette pagine scritte con i caratteri classici cinesi, a parte la sezione in cui veniva introdotto il nuovo alfabeto Hangŭl
  • Trentasei pagine in Hangul, che contenevano la traduzione di alcune frasi dall'Hanja, la scrittura cinese, all'Hangŭl

Il re Sejong inoltre incoraggiò e appoggiò lo sviluppo della letteratura, all'interno della sua corte. I nobili, tuttavia, non approvarono subito il nuovo sistema di scrittura, che venne invece accolto favorevolmente dal popolo che poteva imparare a scrivere per comunicare con gli altri.
Inoltre Sejong stesso venne molto apprezzato per le sue scritture come “Yongbi Eocheon Ga” (Canzoni dei Draghi Volanti), dove i dragoni della canzone si riferiscono ai sei fondatori del regno di Joseon (Mokjo, Ikjo, Dojo, Hwanjo, Taejo e Taejong), “Seokbo Sangjeol” (Episodi della vita di Buddha), “Worin Cheon-gang Jigok” (Canzoni della Luna Splendente su Mille Fiumi) e “Dongguk Jeong-un” (Dizionario della corretta pronuncia del sino-coreano). Nel 1420 il re istituì il Jiphyeonjeon, un gruppo di studiosi selezionati dal re che si occupavano della ricerca e degli studi.

In seguito si instaurò un nuovo tipo di componimento poetico, l'akchang, letteralmente “versi musicati”, canti che avevano lo scopo di accompagnare la musica che veniva suonata a corte. Un altro tipo di componimento poetico venne usato dai letterati di quell'epoca per esprimersi, il Kyonggi. Questo stile utilizzava i caratteri cinesi per esaltare le tradizioni e la terra della Corea; lavori come “Sangdae pyŏlgok” (Canzoni dei Censorati), “Hallim Pyolgok” (Canzone degli Accademici Confuciani), “Kwandong pyolgok” (Canzone della provincia di Kwandong), “Hwasan pyŏlgok” (Canzone del Monte Hwa) furono i più rappresentativi.

In questo periodo si svilupparono anche altre due forme poetiche molto importanti, il Sijo e il Kasa.
Il Sijo (Ritmo del Tempo) s'instaurò originariamente nel tardo periodo della dinastia Goryo, ma ottenne il suo successo soltanto durante il periodo Joseon. Le tematiche maggiormente trattate erano la Natura e il pensiero confuciano. Composto da tre stanze, nella prima stanza veniva introdotta la situazione, nella seconda lo sviluppo e nell'ultima la conclusione. Era molto diffuso tra le kisaeng e gran parte dei testi è contenuta nel “Sijo Munhak Sajon” (“Dizionario della letteratura Sijo”), redatto da Chong Pyonguk; in questo libro possiamo notare i vari aspetti del Sijo, che nonostante fosse utilizzato come canto per le cerimonie o per le feste, al giorno d'oggi si può considerare anche una forma di verso poetico. Era formato da circa 14/15 sillabe ogni verso; mentre per quanto riguarda la forma, seguiva quella della quartina cinese: il resoconto nei primi due versi, invece il terzo verso era diviso in due, la prima parte comprendeva un “twist” e l'ultima la risoluzione.
Uno dei più famosi Sijo è quello della kisaeng, Hwang Jin-yi, una delle più grandi poetesse dell'epoca, conosciuta per la sua bellezza e per il suo intelletto straordinario. Il suo sijo segue esattamente lo schema della forma della quartina cinese, cioè il primo verso espone una dichiarazione, nel secondo verso si elabora questa dichiarazione, all'inizio del terzo viene introdotto l'elemento della luna e come conclusione viene presentata la soluzione.

Il Kasa era l'altra delle due forme poetiche, oggi ancora esistente.
La sua origine risale probabilmente a canzoni del XIV secolo di un monaco di nome Naong; queste canzoni di tipo buddista erano conosciute con nome di “Sowang-ga”. Le tematiche principali usate riguardavano la contemplazione della natura e la metafora dell'amore tra donna e uomo.
Tuttavia il primo e vero esempio di kasa è l'opera di Chong Kugin (1401-1481) intitolata “Canzone alla Primavera”, dove si parla della vita dopo il pensionamento e il ritiro. Dall'analisi del testo si può notare che ci sono quattro gruppi ritmici per ogni verso che corrispondono ai quattro costituenti grammaticali.
Anche le donne scrivevano i kasa, chiamati “naebang kasa” (Canzoni delle camere interne). La maggior parte delle autrici donne rimangono tutt'oggi sconosciute, molto probabilmente a causa del fatto che a quell'epoca le donne non avevano un proprio nome, da ragazze avevano solo un soprannome e una volta sposate perdevano il soprannome e venivano chiamate “la moglie di…”; un altro motivo era che raramente alle donne era permesso rivelare la propria paternità su un'opera.
Tuttavia questo tipo di kasa era rivolto a persone molto vicine a queste donne, quindi attraverso un'attenta ricerca potrebbe essere possibile scoprire la vera autrice.
Questo tipo di kasa ottenne molto successo soprattutto tra le yangban donne (donne che facevano parte della classe nobile durante la dinastia Joseon). Rispetto al sijo, il kasa era molto più diffuso tra le donne poiché lo stesso poema poteva avere molte varianti; mentre il sijo, rappresentando il punto di vista di un unico poeta, poteva essere difficilmente riprodotto. Inoltre il sijo aveva un numero prefissato di versi a cui doveva attenersi, al contrario del kasa.

Tardo Periodo Joseon (1598-1894)

Dopo le due invasioni giapponesi, la prima tra il 1592 e il 1593 e la seconda tra il 1597 e il 1598, e le invasioni da parte dei Manciù, la Corea subì un duro colpo dal punto di vista diplomatico, economico, ma soprattutto culturale; molte opere d'arte, documenti e opere letterarie andarono distrutte o confiscate.
Numerose opere raccontano le sofferenze provate durante l'invasione giapponese, il “Nanjung Ilgi” (Diario di Guerra) di Yi Sun-sin o le poesie patriottiche di Park Il-lo.

In questo periodo si sviluppò il Silhak, un movimento di riforma sociale del confucianesimo,(sil letteralmente significa “attuale” o “pratico”, mentre hak “studi” o “apprendimento”, al giorno d'oggi si riferisce al gruppo di studiosi che erano accomunati dagli stessi interessi.)
Raramente il termine si può ritrovare nelle opere dei membri della “Silhak p'a” (Scuola di Apprendimento Pratico), tuttavia ci sono alcune eccezioni come Yun Chung che usa frequentemente il termine nelle sue opere.
Nella seconda metà del XVIII secolo il Silhak diventò la principale corrente intellettuale e il suo sviluppo può essere suddiviso in tre periodi:

  • Periodo di preparazione (1550-1650): i principali esponenti della nascente Silhak erano Kim Yuk, uno statista che aiutò a ricostruire il paese e permise l'introduzione del calendario riformato, e Yi Su-gwang, un ufficiale che divulgò in Corea la religione e la scienza occidentale, nonché uno dei primi enciclopedisti..
  • Periodo di sviluppo (1650-1750): le figure rappresentative dominanti di questo periodo erano Yu Hyeong-won considerato da molti il vero fondatore del Silhak, e Yi Ik, rappresentante della seconda generazione ed uno dei più importanti di questo periodo.
  • Periodo di prosperità (1750-1850): in questo periodo il Silhak diventò, nella vita intellettuale dell'epoca, la corrente dominante. In questo periodo ebbe origine un vero e proprio movimento della letteratura coreana; gli esponenti maggiori erano Chong Yag-yong, Hong Tae-yong, Pak Che-ga, Kim Chŏng-hui e Pak Chi-won.


In seguito emerse un nuovo tipo di forma poetica, il p'ungyo (Poemi del Popolo), che si riferiva alla poesia composta dalla classe sociale più bassa. Queste opere vennero pubblicate in collezioni come, "P'ungyo sokson" (Ulteriore selezione dei poemi del popolo) del 1797 e "P'ungyo samson" (Terza selezione dei poemi del popolo) del 1857.

Il Sijo continuò ad essere scritto da autori come Yun Seondo (1587-1671), considerato uno dei più importanti letterati e poeti di Sijo. I suoi lavori si contraddistinguono per lo stile e per l'atmosfera; una delle sue opere maggiori è “Il Calendario del Pescatore” un ciclo di quaranta Sijo per ogni stagione. Emersero poi anche nuovi temi come l'amore per il re e la crisi nazionale dopo le invasioni. Un altro importante autore fu Pak Il-lo, il quale scrisse 29 sijo, tra questi i più importanti sono le canzoni che parlano della “Roccia Eretta” e quelle sulle “Canzoni delle Cinque Rivelazioni”.

Si instaurò anche un nuovo tipo di sijo, il “Sasol Sijo”, il quale rappresentava tematiche della vita ordinaria, attraverso un'esplicita rappresentazione del sesso, con esagerazioni anche grottesche; al contrario altri sijo presentavano delle variazioni comiche rispetto ai temi classici dove l'interlocutore aveva il desiderio di diventare un tutt'uno con la sua amata(per esempio un uomo sognava di poter diventare un pezzo del vestito della sua donna).

Come il sijo anche il kasa continuò a diffondersi ma, rispetto al periodo iniziale della dinastia Joseon, comprendeva un maggior numero di tematiche: oltre a quello sulle invasioni, venivano trattati temi come l'esilio, le città, i viaggi di piacere, il lavoro e le giornate dei contadini, le manie di uomini e donne pazzi, le missioni degli inviati in Giappone e Cina. Uno dei maggiori esponenti è Pak Il-lo, il quale scrisse 7 kasa. Tra i più importanti si citano: "T'aep'yong sa" (Canzone della Pace), "Tongnaktang" (Palazzo della Solitaria Beatitudine), "Yongnam ka" (Canzone del Sudest) e il suo ultimo kasa "Nogye ka" (Canzone del Flusso di Canneti).
Si divulgò anche un altro tipo di kasa, il “Kasa di Viaggio”, che descriveva di montagne e laghi incontrati durante i viaggi. Ne sono rimasti soltanto venticinque e dodici di questi parlano delle Montagne di Diamante, uno degli scritti più importanti era "I Vagabondaggi" del 1580 di Chong Ch'ol.

La letteratura scritta in cinese emerse nuovamente, soprattutto durante il regno del re Sonjo (1567-1608). Tra tutti i poeti ne emergono tre chiamati I Tre Poeti dello Stile Tang: Paek Kwanghun (1537-1582), Ch'oe Kyongch'ang (1539-1583) e Yi Tal (1539-1612). Questi tre poeti si concentrarono maggiormente sullo stile Tang, scrivendo poemi che narravano i sentimenti e le emozioni provati durante la propria vita.

Un altro poeta rilevante fu Kwŏn P'il, il quale scrisse poemi che esprimevano le condizioni sociali dell'epoca, denunciando il potere corrotto e la depravazione radicata nella società.

Oltre alla poesia in cinese fiorì la narrativa. Il primo lavoro risale al primo periodo della dinastia Joseon: "Kŭmo Sinhwa" (Nuove Storie della Tartaruga D'Oro) di Kim Sisŭp (1435-1493).
Con la divulgazione del nuovo alfabeto coreano, la classe sociale elevata continuò ad usare il cinese per la letteratura perché consideravano questa lingua superiore all'Hangŭl e la situazione non cambiò fino agli inizi del XIX secolo.
L'origine della narrativa cinese non è chiarissima, probabilmente comprendeva tipi di storie brevi come il chuanqi (romanzi) e le storie fantastiche nello stile Tang, la narrativa biografica e la narrativa storica che si basava sulle storie conosciute e che si tramandavano. Inoltre si distinsero opere come "Kuun Mong" (Sogno delle Nove Nuvole), "Illakchŏng Ki" (Registrazione del Grazioso Padiglione), "Oksu Ki" (Registrazione dell'albero di Giada) e "Yungmidang Ki" (Favola delle Sei Bellezze).
La prosa narrativa maggiormente utilizzata fu il Racconto Fantastico, proveniente dalla Cina, la cui trama principale comprendeva una serie di personaggi di nobile nascita, non perdendo per questo il suo carattere fantastico e romanzesco.
La prima di queste opere in Corea fu il Kŭmo Sinhwa, seguirono poi racconti dove il tema ricorrente era l'amore tra un giovane uomo e una donna come in "Chusaeng chŏn" (Storia di Chu Hoe), "Ch'oe Ch'ŏk chŏn" (La Storia di Ch'oe Ch'ŏk) e "Unyŏng chŏn" (Storia di Unyŏng).
Quando poi la biografia si avvicinò alla narrativa nacquero lavori come "Ch'ŏngun chŏn" (Storia della Mente Umana), "Ch'ŏngun yŏnŭi" (Romanzo della Mente Umana) e "Ch'ŏngun pongi" (Annali Basilari della Mente Umana), "Yu Yŏn chŏn" (Storia di Yu Yŏn), "Namgung sŏnsaeng chŏn" (Storia del Maestro Namgung), "Kim Yongch'ŏl chŏn" (Storia di Kim Yongch'ŏl), "Yi Hong chŏn" (Storia di Yi Hong) e "Ka Sujae chŏn" (Storia dell'Eremita Ka).

Molti altri tipi di genere narrativo fiorirono, il più rilevante fu lo yadam, che comprendeva storie di personaggi che avevano a che fare con eventi storici. Dopo il primo lavoro di Yu Mong-In, intitolato "Ŏu yadam" (Storia di Ŏu), tutti gli yadam vennero raccolti in collezioni: "Kyesŏ yadam" (Storie di Kyesŏ), "Ch'ŏnggu yadam" (Storie dalla Verde Collina), e "Tongya hwijip" (Storie dalla Corea).

La produzione romanzescca in Corea si sviluppò nel XVII secolo con la narrativa vernacolare.
Il più importante lavoro fu "Hong Kil-tong chŏn" (Storia di Hong Kil-tong) di Hŏ Kyun, che narra la storia di Hong Kil-tong, figlio illegittimo e perciò non ben accetto dalla famiglia, che dedicò la sua vita a derubare i poveri per sfamare i ricchi, un tipo di Robin Hood coreano.
Questo tipo di narrativa tuttavia non ottenne immediatamente successo in quanto era considerata distruttrice della moralità e dei costumi, perché rappresentava uomini malcontenti, ribelli e fuori legge; passioni, sogni o desideri che era meglio sopprimere; oppure veniva rappresentato il mondo in una versione del tutto distorta. Per questo motivo molti autori della narrativa vernacolare rimasero anonimi.
La narrativa classica si avvicinò anche al tema dell'amore, con il nome di Storie d'Amore: "Sukhyang chŏn" (Storia di Sukhyang) la protagonista femminile, superate una serie di difficoltà dopo l'invasione giapponese, riesce finalmente a sposare il suo amato.
La storia di Sukhyang ci mostra come l'amore della coppia riesce a emergere nonostante le difficoltà che si possono presentare durante il cammino, al contrario del Racconto Fantastico che terminava in modo piuttosto tragico.

Verso l'inizio del XVIII secolo nacque un nuovo tipo di narrativa, il p'ansori (P'ansorigye sosŏl). La parola p'ansori o pansori può essere suddivisa in due: pan significa “un posto dove si radunano le persone” e sori significa “suono”.
I pansori erano inizialmente un tipo di poesia che si tramandava oralmente e trattava tematiche della vita reale, basandosi su un'alta espressione musicale mescolata ad un pizzico di humor. Sebbene sia nato come tipo di musica tradizionale, il pansori fa parte della narrativa e fu considerato da molti un genere drammatico.
La sua origine non è chiara, probabilmente proveniva dai canti degli sciamani di Chŏlla, infatti alcuni elementi si assomigliano e si possono ritrovare nel pansori.
I primi pansori erano molto semplici per quanto riguarda la forma e il contenuto, ma in seguito la musica fu arricchita per attirare l'attenzione del pubblico durante le performance.
A noi sono arrivati solo dodici pansori raccolti da Song Mansŏ nel "Kwanyujae", di questi dodici però solo cinque ne sono rimasti con la partitura e cioè "Ch'unhyang ka" (Canzone di Ch'unhyang), "Chŏkpyŏk Ka" (Canzone della Rupe Rossa), "Sugung Ka o T'okki chŏn" (Canzone del Palazzo d'Acqua), "Hŭngbu Ka" (Canzone di Hŭngbu) e "Shim Ch'ŏng Ka" (Canzone di Shim Ch'ŏng). Gli altri sette pansori ci sono arrivati come storie in prosa.
Lo scopo dei pansori era quello di far ridere e piangere contemporaneamente il pubblico che guardava la performance, mentre l'elemento più interessante era l'uso di vari livelli del discorso, l'interlocutore mostrava come il linguaggio cambiava in base alle circostanze o alla persona a cui si rivolgeva.

Periodo Moderno

La letteratura moderna si sviluppò principalmente grazie all'influenza del mondo occidentale.

Periodo dell'Illuminismo

Tra la letteratura classica e quella moderna c'è un periodo di transizione, il periodo Illuminista durante il quale si ebbe un nuovo tipo di educazione in contemporanea ai moti per la letteratura.

Dopo il 1894 nacquero due nuove forme, per prima il sinsosŏl (Nuovo Romanzo) e in seguito il ch'angga (Nuovo Tipo di Canzoni).
Il ch'angga derivava dagl'inni che venivano cantati in chiesa. Raggiunse il successo grazie agli scritti di due autori Yi Yongu con "Aeguk ka" (Inno Nazionale) e Yi Chungwŏn con "Tongsim ka" (La Mente di un Ragazzo).

Nacque anche un nuovo tipo di forma poetica il shinch'eshi (Nuova Poesia) che insieme al ch'angga crearono il chayushi, la poesia con il verso libero, la più importante opera è "Hae-egesŏ sonyŏn-ege" (Dal Mare ai Ragazzi) di Ch'oe Namsŏn.

Il sinsosŏl veniva scritto in Hangŭl e interamente in prosa, riportava nei suoi romanzi gli ideali dell'illuminismo in contrasto con la società contemporanea. Fu il primo genere ad applicare l'inversione temporale, le opere principali furono "Hyŏl-ŭi nu" (Lacrime di sangue) di Yi Injik, "Chayujong" (Campana della Libertà) di Yi Hae-jo e "Ch'uwolsaek" (Il Colore della Luna Autunnale) di Ch'oe Ch'an-shik.

Periodo Coloniale Giapponese (1910-1945)

La Corea soffri molto durante il periodo coloniale giapponese, durante il quale dovevano essere controllate sia le parole sia la stampa, in questo modo gli ideali dell'Illuminismo non furono più espressi nelle opere letterarie.

Il 1º marzo del 1919 ci fu il primo tentativo di pubblica espressione che venne duramente represso dai giapponesi e viene ricordato oggi come Movimento di Indipendenza del Primo Marzo. Da questo momento la letteratura incominciò a utilizzare temi come l'espressione individuale e la scoperta di sé; si formarono circoli letterari e riviste sulla letteratura come il Kaebyok (L'apertura) del 1920, ed emersero quotidiani nazionali come il Dong-A Ilbo e il Chosun Ilbo.

I romanzi dei primi anni venti raffiguravano le sofferenze degli intellettuali insieme alle vite miserabili che gli operai e i contadini erano costretti a vivere, alcuni esempi sono "Sonyonui piae" (Il Dolore della Gioventù) e "Mujong" (Senza Cuore) di Yi Kwang-su; "Paettaragi" (Seguendo la Barca) e "Kamja" (Patata) di Kim Dong-in; "Unsu choun nal" (Il Giorno Fortunato) di Hyon Chin-gon, "P'yobonshilui ch'nonggaeguri" (La Verde Rana nella Galleria dei Campioni) e "Masejon" (La Storia di Sempre) di Yom Sang-sop..

Oltre ai romanzi si sviluppò anche un altro tipo di tecnica stilistica nella poesia, il vers libre, originario della poetica francese. Questa nuova tecnica venne utilizzata in lavori come "Pullori" (Fuochi d'artificio) di Chu Yo-han e nella collezione di poesie di Kim So-wo intitolata "Chindallae Kkot" (Azalee) dove venne ristabilito il metro utilizzato nelle ballate tradizionali.
Anche nella poesia si utilizzarono temi in relazione al periodo coloniale e alle sofferenze dei singoli individui come in "Madonna" e "Ppaeatkin Turedo pomun onun-ga" (La Primavera Arriva anche a Coloro che sono stati Saccheggiati?).

Verso la metà degli anni venti la letteratura coreana venne suddivisa in letteratura nazionale e letteratura di classe secondo gli ideali sociali e democratici dell'epoca.
Il movimento di letteratura proletaria per allargare la propria espansione ed ottenere un maggiore appoggio si propose di pubblicare opere con tematiche riguardanti i contadini e gli operai, alcune di queste opere sono "Kohyang" (Città Natale) di Yi Ki-yong, "T'alch'ulgi" (Registrazione di una Fuga) di Ch'oe So-hae, "Hwanghon" (Crepuscolo) di Han Sol-ya e "Naktonggang" (Il Fiume Naktonggang) di Cho Myong-hui
Per quanto riguarda la poesia possiamo citare l'opera di Pak Se-yong, di Im Hwa e di Kim Ch'ang-sul.

Negli anni trenta la letteratura coreana subì un ulteriore colpo causato dal rafforzamento del militarismo giapponese; nacquero comunque nuove tendenze letterarie e nuove tecniche: per esempio la tecnica del dissociarsi dal mondo che ci circonda, che si ritrova in opere come in "Nalgea" (Ali) e in "Chongsaenggi" (Registrazione della Fine di una Vita) di Yi Sang, "Memilkkot p'il muryop" (Quando i Fiori del Grano Saraceno Fioriscono) di Yi Hyo-sok e "Tongbaek kkot" (Fiori di Camelia) di Kim Yu-jong.
Al contrario i romanzi lunghi raccontavano di personaggi che vivevano durante periodi difficili e turbolenti come in "Samdae" (Le Tre Generazioni) di Yom Sang-sop o "Im Kkok-chong chŏn" (La Storia di Im Kkok-chong) di Hong Myong-hui.

Si svilupparono due nuovi tipi di genere poetico; il sunsushi (pura poesia) e i poemi dedicati alla natura.
I principali esponenti del sunsushi furono Kim Yong-nang e Chong Chi-yong e Yi Sang, il quale permise lo sviluppo di questa nuova poesia, mentre Pak Tu-jin e Pak Mok-wol furono personaggi fondamentali per la poesia sulla natura. Yun Dong-ju, morto prigioniero in Giappone, è fra i poeti più popolari. Agli inizi del XX secolo si afferma anche la poesia di Kim Sowol (1902-1934).

Periodo di divisione nazionale

Dopo la resa del Giappone nel 1945 la Corea ottenne la propria indipendenza. Tuttavia coinvolta nelle manovre politiche dopo la fine della seconda guerra mondiale, fu costretta ad una divisione tra nord e sud secondo il 38º parallelo.
Inoltre tra il 1950 e il 1953 ci fu una guerra tra le due nazioni che solidificò maggiormente la divisione della Corea.
La suddivisione e la guerra coreana naturalmente ebbero un forte impatto anche sulla letteratura.

Contemporaneamente la ricerca di un nuovo stile poetico divenne lo scopo principale della poesia del dopoguerra coreano.
Uno degli stili più rinomati fu il Chont'ongp'a (tradizionalista), che univa il sentimento popolare ai ritmi tradizionali. I principali esponenti furono Ku Ja-un, Chong Han-mo e Yi Tong-ju.
Un nuovo stile poetico che andava di moda era il Shilhomp'a (empiristi) che aveva lo scopo di cambiare le tradizioni. Gli scrittori di maggior successo furono Pak In-hwan, Kim Kyong-rin e Kim Kyu-dong.

Dopo la rivoluzione del 1960, le tendenze poetiche continuarono a cambiare. Kim Su-yŏng iniziò ad indirizzarsi verso i problemi di tipo sociale e politico dell'epoca, la sua opera "Dalnara-ui jangnan" (Un Gioco Giocato nella Luna) del 1959 rispecchia il cambiamento della poesia verso questa nuova vocazione.

Gli anni settanta portarono la società coreana ad una rapida industrializzazione che marcò un distacco profondo tra la popolazione ricca e quella più povera, portando anche ad una disparità tra le singole regioni.
Si formò un nuovo tipo di movimento letterario e la narrativa venne indirizzata verso temi che riguardavano i problemi sociali che erano nati dopo l'industrializzazione, la vita dei cittadini che vivevano in periferia e la vita dei lavoratori, analizzando l'isolamento a cui erano costretti dalla sviluppo industriale. Opere come "Kwanch'on sup'il" (Saggio di Kwanch'on) di Yi Mun-gu o "Samp'o kanun kil" (La strada a Samp'o) di Hwang Sok-yong ritraggono le condizioni dei cittadini coreani.

Durante questo periodo emergeranno anche la satira sociale con Park Wansuh e Ch'oe Il-lam e il pundansosol (il romanzo di divisione) dove si discuterà della divisione nazionale della Corea. I principali esponenti furono Kim Won-il con "Noul"(Tramonto) e Cho Jong-rae con "T'aebaeksanmaek" (Le Montagne di T'aebaeksan).

Per quanto concerne la poesia, la tematica principale riguarda l'esperienze dei minjung (Popolo Oppresso). Uno degli esponenti maggiori è Shin Kyong-rim con la sua collezioni di opere intitolata "Nongmu" (La Danza dei Contadini) del 1973, dove viene mostrata la sofferenza del popolo più povero, sia quello che viveva nei villaggi, sia quello che veniva emarginato dalla società.
Nei poemi contenuti in questa raccolta la voce narrante è un “noi” collettivo che si identifica nei minjung.

Dopo la divisione

La letteratura nella Corea del Nord veniva sottoposta ad un controllo dello stato e dell'Alleanza di Scrittori di Choson, la quale stabilì che i vari generi della letteratura avevano come unico scopo quello di esaltare il leader della nazione. Gran parte della letteratura nord coreana venne diffusa in Cina e in Russia.

La maggior parte della narrativa della Corea del Sud, dopo la guerra, aveva come soggetto la lotta portata avanti dalla gente comune per cercare di superare le pene e le sofferenze di tutti i giorni. Le opere di Hwang Sun-won “I Discendenti di Caino” dove il tema centrale è la crisi nazionale e “Pukkando” di An Su-kil, che narra la migrazione di alcuni coreani verso la Manciuria, sono quelle più rappresentative.

Traduzione di opere coreane

All'inizio degli anni ottanta gran parte della letteratura coreana era ancora sconosciuta. In seguito alcuni lavori vennero scelti per essere tradotti anche nelle lingue straniere, questo permise un'ampia diffusione della narrativa coreana e la possibilità di avere un pubblico più ampio.

I romanzieri che vennero maggiormente tradotti in inglese furono Hwang Sun-won e Kim Tong-ri, mentre per quanto riguarda la poesia, i poeti più rilevanti furono Han Yong-un, Hwang Dong-gyu e So chong-ju. In Italia la traduzione di opere coreane è ancora molto ridotta.

Favole sugli animali

La tradizione coreana di creare storie riguardanti gli animali risale al mito di Dangun, documentato nel Samguk yusa, che parla di una tigre e di un orso in competizione per diventare umani all'interno di una caverna. Si tratta di storie sugli umani raccontate attraverso l'immaginario degli animali, che fanno in modo che il lettore possa esaminare i comportamenti e le emozioni umane in un'ampia gamma di contesti permettendo di interrogarsi sull'identità e soggettività umana.

Queste storie si possono dividere in quattro categorie:

  • Narrativa dell'origine: in genere si concentra su come un animale arrivi ad assumere le sue caratteristiche fisiche, dalla coda della tigre, coniglio o quaglia, fino alle caratteristiche specifiche dei pesci gatto, granchi o scimmie. Ci sono anche storie sui versi degli animali. Queste caratteristiche biologiche sono spiegate strettamente da una prospettiva umana attraverso l'immaginazione.
  • Narrativa degli stratagemmi: rappresenta animali più deboli che usano il loro ingegno per ribaltare la situazione o per sconfiggere gli animali dominanti o più forti. Una delle più conosciute è quella del coniglio che sconfigge la tigre con uno stratagemma. Possono essere interpretate come storia dello sciocco dal punto di vista della tigre, ma dalla prospettiva del coniglio, che è la parte debole, si concentrano sul piano che gli permetterà di vincere.
  • Narrativa dei favori resi: mentre altre forme di storie del regno animale possono esistere al di fuori della categoria degli animali, le narrative dei favori resi appartengono prettamente alle storie degli animali. Talvolta indicano che la dinamica che coinvolge il ricambiare un favore viene recepito meglio quando l'animale sostituisce l'uomo. Ci sono miriadi di storie che includono un'ampia gamma di animali, come gatti, cani, gazze ladre, fagiani, cicogne, serpenti, rospi, tigri, pesci, zanzare e mosche, ognuno dei quali spera di ricambiare un favore ricevuto.
  • Narrativa degli animali ultraterreni: sono simili alle storie dei mutaforma e rappresentano animali che si pensa abbiano poteri soprannaturali. Includono volpi, tigri e serpenti. Inoltre, molti animali della narrativa dei favori resi hanno tratti sovrannaturali. Questa narrativa può essere concepita come storie che si sono sviluppate all'interno della tradizione totemista e della venerazione delle divinità animali.

Note

Bibliografia

  • Ki-Baik Lee, Ki-baek Yi, A new history of Korea, Harvard University Press, 1988
  • Peter H. Lee, A history of Korean literature, Cambridge University Press, 2003
  • Kalton, Michael, An Introduction to Silhak, Korea Journal vol. 15 (No. 5), 1975
  • David Richard McCann, Form and freedom in Korean poetry, Brill, 1988
  • Young-Key Kim-Renaud, Creative women of Korea: the fifteenth through the twentieth centuries, M.E. Sharpe, 2003
  • David R. McCann, Early Korean Literature Selections And Introduction, Columbia University Press, 2000
  • Hŭng-gyu Kim, Robert Fouser, Understanding Korean literature, M.E. Sharpe, 1997
  • Kichung Kim, An introduction to classical Korean literature: from hyangga to pʻansori, M.E. Sharpe, 1996
  • Maurizio Riotto, Storia della letteratura coreana, Novecento, 1996

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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