La zona d'interesse (The Zone of Interest) è un film del 2023 scritto e diretto da Jonathan Glazer, vincitore di due premi Oscar: miglior film internazionale e miglior sonoro.
La zona d'interesse | |
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Una scena del film | |
Titolo originale | The Zone of Interest |
Lingua originale | tedesco, polacco, yiddish |
Paese di produzione | Regno Unito, Polonia |
Anno | 2023 |
Durata | 105 min |
Rapporto | 1,78:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Jonathan Glazer |
Soggetto | dal romanzo di Martin Amis |
Sceneggiatura | Jonathan Glazer |
Produttore | James Wilson, Ewa Puszczyńska |
Produttore esecutivo | Reno Antoniades, Len Blavatnik, Danny Cohen, Tessa Ross, Ollie Madden, Daniel Battsek, David Kimbangi |
Casa di produzione | Extreme Emotions, A24, Film4 Productions, House Productions |
Distribuzione in italiano | I Wonder Pictures |
Fotografia | Łukasz Żal |
Montaggio | Paul Watts |
Effetti speciali | Guillaume Ménard |
Musiche | Mica Levi |
Scenografia | Chris Oddy |
Costumi | Małgorzata Karpiuk |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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La pellicola, adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2014 scritto da Martin Amis, è stata presentata in concorso al Festival di Cannes 2023.
1943. Rudolf Höß, l'SS a comando del campo di concentramento di Auschwitz, sua moglie Hedwig e i loro cinque figli vivono la quotidianità all'interno della cosiddetta zona di interesse (Interessengebiet), un’area di circa 25 miglia attorno al campo di concentramento, ignorando volutamente gli spari, le urla e rumori di treni e fornaci provenienti dall’altra parte del muro che divide casa e campo: Rudolf porta i figli a nuotare e a pescare mentre alcuni detenuti lo aiutano con i lavori più pesanti, invece Hedwig cura il giardino, che ha progettato lei stessa, e si occupa della casa aiutata da alcune ragazze polacche, una delle quali, la notte, esce di nascosto dalla casa per nasconde del cibo nei luoghi di lavoro dei prigionieri; inoltre, occasionalmente, gli effetti personali dei prigionieri (abiti, gioielli o cosmetici) vengono consegnati agli Höß, che se ne appropriano incuranti della loro provenienza (es.: una delle figlie si mette a dieta pur di indossare un abito pur sapendo che l’ex proprietaria, in quel momento, stia morendo di fame).
Col tempo, mentre il campo diventa sempre più efficiente con Rudolf che approva il progetto di un nuovo crematorio realizzato da J.A. Topf und Söhne e il giardino della casa diventa sempre più rigoglioso e fiorito grazie a Hedwig, la famiglia incappa nei primi inconvenienti del vivere così vicina al campo: prima i bambini entrando in contatto con le ceneri umane disperse nel fiume dove stanno pescando e, in seguito, la madre di Hedwig, giunta in visita, se ne va di nascosto (lascia un biglietto alla figlia, che lei brucia irritata) perché sconvolta dalle fiamme del crematorio visibili dalla camera delle bambine.
A novembre, Höß riceve l’ordine di trasferirsi a Oranienburg, vicino a Berlino, così Hedwig, scontenta della notizia, gli chiede di convincere i suoi superiori a lasciare che lei e i bambini rimangano in quella casa, seppur ciò significhi che rimarrà lontana dal marito per vari mesi. Mentre Höß, prima di partire, ha un rapporto sessuale con una ragazza , la richiesta di Hedwig viene accolta permettendo a lei e ai bambini di continuare la propria vita in quello che loro definiscono un paradiso.
Arrivato a Berlino, Höß viene incaricato da Oswald Pohl di dirigere l’Aktion Höß, un’operazione a lui intitolata che consiste nel trasporto di 800.000 ebrei ungheresi nei diversi campi di concentramento del Reich, e che permetterà all’uomo di tornare ad Auschwitz e ricongiungersi alla sua famiglia.
Dopo la festa organizzata dall'Ufficio centrale economico e amministrativo delle SS, Höß, che ha passato la serata pensando al modo più efficace per gassare tutti i partecipanti, ha dei conati di vomito così, cercando di scoprire se qualcuno l'ha visto, scruta i corridoi che si trasformano nel Museo statale di Auschwitz-Birkenau, in cui degli inservienti passano tra le camere a gas, i forni crematori e le stanze in cui sono conservate le migliaia di oggetti personali delle vittime per pulire.
Il film è una co-produzione anglo-polacca. Le riprese si sono svolte nella seconda metà del 2021 ad Auschwitz. Il film è stato girato da Glazer e il direttore della fotografia Łukasz Żal piazzando delle macchine da presa operate da remoto nella residenza degli Höß, ricostruita dallo scenografo Chris Oddy, utilizzando la luce naturale e permettendo agli attori di muoversi liberamente all'interno della scena mentre erano ripresi da più di dieci angolazioni contemporaneamente.
Il film è stato presentato in anteprima il 19 maggio 2023 in concorso al 76º Festival di Cannes. È distribuito negli Stati Uniti d'America da A24. È distribuito in Italia da I Wonder Pictures dal 22 febbraio 2024.
Il film ha incassato globalmente 42242099 $, di cui 4498151 € in Italia, con 663367 presenze.
Il film è stato osannato dalla critica. Su Rotten Tomatoes ha una percentuale di gradimento del 93% sulla base di 333 recensioni, con un voto medio di 8,70 su 10. Su Metacritic il voto medio ponderato di 58 critici è di 92 su 100.
Ondacinema, riguardo al lavoro di Glazer, ha affermato: «La zona d'interesse propone allo spettatore un'osservazione raggelata ed entomologica, capace di resistere all'impassibilità dei personaggi per cogliere l'attimo in cui la normalità diventa affezione patologica». Cinefacts loda l'opera del cineasta inglese, sottolineando come «La zona d'interesse riesca incredibilmente a dare una rilevanza straordinaria allo sguardo che la Storia ha riservato all’Olocausto, mettendo in scena questa come fosse quasi un’entità soprannaturale che vive nel film».
Di parere opposto, il sito Cinematographe si è espresso nei seguenti toni: «A metà strada tra cinema documentaristico, biopic e thriller dell’anima, il quarto lungometraggio da regista dell’autore di Birth – Io sono Sean e Under The Skin, non convince appieno, pur riflettendo tra surrealismo ed intimismo».
Steven Spielberg in una intervista al The Hollywood Reporter lo ha definito «[...] il miglior film sull'Olocausto che abbia mai visto dopo il mio», aggiungendo che il film «sta facendo un ottimo lavoro di sensibilizzazione, soprattutto sulla banalità del male».
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