Omicidio Di Junko Furuta: Giovane donna giapponese vittima di rapimento, stupro, tortura e omicidio

L'omicidio di Junko Furuta (古田 順子?, Furuta Junko), noto anche come l'omicidio della liceale nel cemento (女子高生コンクリート詰め殺人事件?), è avvenuto a Adachi il 4 gennaio 1989 dopo circa 44 giorni di torture e violenze sessuali a seguito di un rapimento ad opera prevalentemente di un gruppo di quattro adolescenti: Hiroshi Miyano, Jō Ogura, Shinji Minato e Yasushi Watanabe.

Omicidio di Junko Furuta
omicidio
Omicidio Di Junko Furuta: Antefatto, Il rapimento e gli abusi, Omicidio e indagine
Data4 gennaio 1989
LuogoAdachi
StatoBandiera del Giappone Giappone
RegioneKantō
PrefetturaTokyo
ResponsabiliHiroshi Miyano, Jō Ogura, Shinji Minato e Yasushi Watanabe
Conseguenze
MortiJunko Furuta
Feriti0

I quattro rapirono Furuta a Misato il 25 novembre 1988 e la portarono a Adachi, dove morì il 4 gennaio 1989 in seguito alle numerose sevizie alle quali era stata sottoposta dai quattro coetanei. Il gruppo nascose poi il cadavere all'interno di una valigia e la sigillò in un altro contenitore con del cemento fresco abbandonandolo a Kōtō, dove fu poi ritrovato il 24 gennaio successivo.

Antefatto

Furuta nacque a Misato il 18 gennaio 1971, nella Prefettura di Saitama. Viveva con i suoi genitori, suo fratello maggiore e suo fratello minore. Durante l’adolescenza frequentò il Liceo Yashio-Minami, e dall'ottobre del 1988 iniziò a lavorare part time in una fabbrica di stampaggio della plastica dopo le lezioni. Lo aveva fatto così da poter guadagnare denaro per un viaggio che aveva in programma di fare dopo il diploma. Furuta aveva anche accettato un lavoro presso un rivenditore di elettronica, dove aveva pianificato di lavorare dopo il diploma.

Al liceo Furuta era benvoluta dai suoi compagni di classe e considerata una studentessa modello. Era una ragazza popolare con dei bei lineamenti e sognava di diventare una cantante “idol”. La notte in cui venne rapita, Furuta non vedeva l'ora di tornare a casa per guardare l'episodio finale del programma televisivo Tonbo [ja] (Dragonfly とんぼ).

Gli autori erano quattro adolescenti maschi: Hiroshi Miyano (宮野裕史, 18 anni), Jō Ogura (小倉譲, 17), Shinji Minato (湊伸治, 16) e Yasushi Watanabe (渡邊恭史, 17), che negli atti del tribunale erano rispettivamente indicati come "A", "B", "C" e "D". In quel periodo usavano il secondo piano della casa di Minato come luogo di ritrovo e, come chinpira, avevano precedentemente commesso crimini tra cui furti, estorsioni e stupri.

Miyano, il leader del crimine, aveva alle spalle una storia di comportamenti problematici sin dalle scuole elementari, come il taccheggio e il danneggiamento di proprietà scolastiche. Nell'aprile del 1986 si iscrisse a una scuola superiore privata a Tokyo, anche se l'anno successivo la abbandonò. Dopo questo, continuò a commettere diversi crimini che aumentarono con il passare del tempo. Al momento del crimine, viveva con la sua ragazza, la sorella maggiore di Boy D, Yasushi Watanabe, e lavorava come piastrellista per risparmiare soldi per sposarla. Insoddisfatto della bassa retribuzione del lavoro, Miyano si fece coinvolgere da un gangster e commise spesso crimini sessuali. Questo fece perdere interesse nei suoi confronti della sua ragazza e la loro relazione si interruppe.

Il rapimento e gli abusi

Il 25 novembre 1988 Miyano e Minato vagavano per Misato con l'intenzione di derubare e violentare le donne del posto. Alle 20:30 avvistarono Furuta in sella alla sua bicicletta che si avviava verso casa dopo aver finito il suo turno al lavoro. Per ordine di Miyano, Minato la fece cadere dalla bicicletta e fuggì dalla scena. Miyano, con la scusa di aver assistito per coincidenza all'attacco, si avvicinò a Furuta e si offrì di accompagnarla a casa sana e salva.

Dopo aver ottenuto la sua fiducia, la violentò in un magazzino poco distante, e poi nuovamente in un hotel vicino, minacciando poi di ucciderla. Dall'hotel, Miyano chiamò Minato e gli altri suoi amici, Jō Ogura e Yasushi Watanabe, e si vantò con loro dello stupro. Secondo quanto riferito, Ogura avrebbe chiesto a Miyano di tenere la ragazza prigioniera per consentire a numerose persone di stuprarla in gruppo. Il gruppo aveva una storia di stupri di gruppo e di recente avevano rapito e violentato un'altra ragazza, che però avevano in seguito rilasciato.

Intorno alle 3:00 del mattino, Miyano portò Furuta in un parco vicino, dove li stavano aspettando Minato, Ogura e Watanabe. Essi avevano appreso il suo indirizzo di casa grazie ad un taccuino nel suo zaino e le avevano detto che sapevano dove viveva e che i membri della Yakuza avrebbero ucciso la sua famiglia se ella avesse tentato di scappare. I quattro ragazzi la sopraffecero, la portarono in una casa nel distretto di Ayase, ad Adachi, e la violentarono in gruppo. La casa, che era di proprietà dei genitori di Minato, divenne presto il normale ritrovo della gang.

Il 27 novembre, i genitori di Furuta contattarono la polizia in merito alla sua scomparsa. Per scoraggiare ulteriori indagini, i rapitori la costrinsero a chiamare la madre 3 volte per convincerla che era scappata ma era al sicuro e stava con alcuni amici; in questo modo anche le indagini della polizia si interruppero. Per non far insospettire i genitori di Minato, Furuta era costretta a comportarsi come la sua ragazza. Lasciarono perdere questa messa in scena quando diventò chiaro che i genitori di Minato non li avrebbero denunciati alla polizia. In seguito affermarono di non essere intervenuti perché avevano paura di ritorsioni, visto che il loro stesso figlio era sempre più violento nei loro confronti.

La notte del 28 novembre Miyano invitò a casa di Minato altri due ragazzi, Tetsuo Nakumara e Koichi Ihara, rispettivamente E e F. Essi andarono nella stanza al piano di sopra, dove Junko era seduta, con indosso una maglietta a maniche lunghe e una gonna che Miyano aveva rubato da un negozio di abbigliamento qualche giorno prima. Bevvero medicine per la tosse, fingendo che fossero droghe, e andarono in escandescenza. Furuta cercò di scappare, urlando di paura. Miyano le afferrò le gambe e Ihara le mise un cuscino sul viso. I genitori si svegliarono ed andarono a controllare, ma Minato disse loro che non era niente. Il gruppo, quindi, procedette allo stupro di gruppo di Furuta.

Il gruppo tenne prigioniera Furuta per 40 giorni nella residenza di Minato, dove questi la picchiarono, violentarono e torturarono ripetutamente. Essi invitarono nella casa anche altri uomini ed adolescenti incoraggiandoli a violentarla a turno. Nel complesso, Furuta venne violentata più di 400 volte da oltre 100 uomini e adolescenti. In un'occasione, venne violentata da 12 uomini in un giorno.

Secondo le dichiarazioni del gruppo, i quattro le rasarono i peli pubici e la costrinsero a ballare nuda al suono della musica e a masturbarsi davanti a loro; in un'occasione la lasciarono al freddo sul balcone nel cuore della notte con pochi vestiti. Le inserirono anche oggetti nella vagina e nell'ano, tra cui un fiammifero acceso, un'asta di metallo e una bottiglia; venne costretta ad alimentarsi con grandi quantità di alcol, latte e acqua. Fu anche costretta a fumare più sigarette contemporaneamente e ad inalare diluente nitro. Un giorno Miyano bruciò ripetutamente le gambe e le braccia di Furuta con un liquido per accendini. Alla fine di dicembre Furuta era gravemente malnutrita dopo essere stata nutrita solo con piccole quantità di cibo e alla fine solo con latte. A causa delle sue gravi ferite e ustioni infette, non riuscì ad andare al bagno al piano di sotto e fu confinata sul pavimento della stanza di Minato in uno stato di estrema debolezza.

Omicidio e indagine

Il 4 gennaio 1989, dopo aver perso una partita di Mah Jong la sera prima, Miyano decise di sfogare la sua rabbia su Furuta versandole del liquido per accendini sul corpo e dandole fuoco. Furuta tentò di spegnere le fiamme, con sempre meno forza. Continuarono a prenderla a pugni, le colarono della cera calda sul viso e la costrinsero a bere la propria urina. Dopo essere stata presa a calci, ebbe un attacco di convulsioni. Dal momento che sanguinava copiosamente e dalle sue ustioni infette usciva pus, i quattro ragazzi si coprirono le mani con guanti di plastica. Essi continuarono a picchiarla facendole cadere più volte dei pesi per manubri sullo stomaco. L'episodio durò due ore e Furuta, stremata per le violenze, morì.

Meno di 24 ore dopo la sua morte, il fratello di Minato chiamò per dirgli che Furuta sembrava essere morta. Temendo di essere accusati di omicidio, il gruppo avvolse il suo corpo in coperte e la mise in una borsa da viaggio. Misero quindi il suo corpo in un fusto da 210 litri, riempiendolo poi di cemento fresco. Intorno alle 20:00 lo caricarono e alla fine lo abbandonarono a Kōtō, Tokyo. Durante la sua prigionia, Furuta aveva detto più volte ai suoi rapitori di essersi pentita di non aver potuto guardare l'episodio finale di Tonbo (Dragonfly とんぼ). Miyano trovò la videocassetta dell'episodio e la mise nella borsa da viaggio. Come ha poi spiegato in seguito, non era perché provasse compassione per Furuta, ma perché non voleva che questa tornasse come fantasma e lo perseguitasse.

Il 23 gennaio 1989 Miyano e Ogura vennero arrestati per lo stupro di gruppo della ragazza di 19 anni che avevano rapito a dicembre. Il 29 marzo due agenti di polizia vennero ad interrogarli poiché ai loro indirizzi era stata trovata biancheria intima da donna. Durante l'interrogatorio, Miyano credeva che uno degli ufficiali fosse consapevole della sua colpevolezza nell'omicidio di Furuta. Pensando che Jō Ogura avesse confessato i crimini contro Furuta, Miyano disse alla Polizia dove trovare il corpo di Furuta. La polizia inizialmente era perplessa dalla confessione, poiché si riferiva all'omicidio di un'altra donna e del figlio di sette anni avvenuto nove giorni prima del rapimento di Furuta, un caso che rimase poi irrisolto.

La polizia trovò il corpo di Furuta il giorno successivo. Venne identificata tramite le impronte digitali. Il 1º aprile 1989 Ogura venne arrestato per un'altra aggressione sessuale e successivamente imputato per l'omicidio di Furuta. Seguì l'arresto di Watanabe, Minato e il fratello di Minato. Diversi altri complici che parteciparono all'abuso e allo stupro di Furuta vennero identificati, inclusi Tetsuo Nakamura e Koichi Ihara, accusati anche loro di stupro dopo che tracce di DNA venne trovato sul corpo della vittima.

Accusa

L'identità degli imputati è stata sigillata dal tribunale in quanto all'epoca del delitto erano tutti minorenni. I giornalisti della rivista Shūkan Bunshun (週刊文春) hanno scoperto le loro identità e le hanno pubblicate sulla base del fatto che, data la gravità del crimine, gli accusati non meritavano che il loro diritto all'anonimato fosse rispettato. Tutti e quattro gli imputati si sono dichiarati colpevoli di "aver commesso lesioni personali che hanno provocato la morte", piuttosto che di omicidio. Nel luglio 1990, un tribunale di grado inferiore ha condannato Hiroshi Miyano, il capo del crimine, a 17 anni di carcere. Ha impugnato la sentenza, ma il giudice dell'Alta Corte di Tokyo Ryūji Yanase lo ha condannato ad altri tre anni di carcere. La condanna a 20 anni è la seconda più lunga condanna inflitta in Giappone prima dell'ergastolo. Aveva 18 anni al momento dell'omicidio di Furuta. Dopo il suo rilascio, Minato si trasferì con la madre. Tuttavia, nel 2018, Minato è stato nuovamente arrestato per tentato omicidio dopo aver picchiato un uomo di 32 anni con un'asta di metallo e avergli tagliato la gola con un coltello.

Yasushi Watanabe, originariamente condannato da tre a quattro anni di carcere, ha ricevuto una condanna avanzata da cinque a sette anni. Aveva 17 anni al momento dell'omicidio. Per il suo ruolo nel crimine, Jō Ogura ha scontato otto anni in una prigione minorile prima di essere rilasciato nell'agosto 1999. Dopo il suo rilascio, ha preso il nome di famiglia "Kamisaku" quando venne adottato da un suo sostenitore. Si dice che si sia vantato del suo ruolo nel rapimento, nello stupro e nella tortura di Furuta.

Nel luglio 2004, Ogura è stato arrestato per aver aggredito Takatoshi Isono, un conoscente con cui pensava che la sua ragazza potesse essere coinvolta. Ogura ha rintracciato Isono, lo ha picchiato e lo ha spinto nel suo camion. Ogura ha portato Isono da Adachi al bar di sua madre a Misato, dove avrebbe picchiato Isono per quattro ore. Durante quel periodo, Ogura minacciò ripetutamente di uccidere l'uomo, dicendogli che aveva ucciso prima e sapeva come farla franca. Egli venne condannato a sette anni di carcere per aver aggredito Isono e da allora è stato rilasciato. La madre di Ogura avrebbe vandalizzato la tomba di Furuta, affermando che la ragazza morta aveva rovinato la vita di suo figlio.

A Miyano è stata negata la libertà condizionale nel 2004. È stato rilasciato dalla prigione nel 2009. Nel gennaio 2013, Miyano è stato nuovamente arrestato per frode. A causa di prove insufficienti, è stato rilasciato senza accusa nello stesso mese. Nobuharu Minato (ora Shinji Minato), che originariamente aveva ricevuto una condanna da quattro a sei anni, è stato nuovamente condannato a cinque o nove anni dal giudice Ryūji Yanase in appello. Aveva 16 anni al momento dell'omicidio. I genitori e il fratello di Minato non sono stati accusati.

I genitori di Furuta sono rimasti sgomenti per le condanne ricevute dagli assassini della figlia e hanno vinto una causa civile contro i genitori di Minato, nella cui casa sono stati commessi i crimini. Secondo quanto riferito, la madre di Miyano ha pagato ai genitori di Junko Furuta un risarcimento di ¥50 milioni (425.000$ Americani), come ordinato dal tribunale civile, dopo aver venduto la casa di famiglia per pagarli.

Conseguenze

Il funerale di Junko Furuta si tenne il 2 aprile 1989. Uno dei suoi amici fece un discorso commemorativo dove dichiarò:

«Bentornata Jun-chan. Non avrei mai immaginato che ti avremmo rivisto in questo modo. Devi aver sofferto così tanto... così tanta sofferenza... Ma sappi che abbiamo fatto di tutto per il festival della scuola, e l'Happi che abbiamo fatto ti stava proprio bene. Non ti dimenticheremo mai. Ho sentito che il preside ti ha consegnato un certificato di diploma. Quindi ci siamo diplomati insieme—tutti noi. Jun-chan, non c'è più dolore, non c'è più sofferenza. Per favore riposa in pace...»

Il futuro datore di lavoro designato di Furuta, ha presentato ai suoi genitori l'uniforme che avrebbe indossato nella posizione che aveva accettato. L'uniforme è stata riposta nella sua bara. Alla cerimonia, il preside della scuola di Furuta le ha designato un diploma di scuola superiore, che è stato consegnato ai suoi genitori. Il posto vicino al luogo in cui è stato scoperto il corpo di Furuta è stato trasformato nel parco Wakasu.

All'epoca i Giapponesi erano preoccupati per un'epidemia di criminalità violenta influenzata dagli Stati Uniti, quella che chiamavano la "malattia Americana".

Almeno tre libri sono stati scritti su questo crimine. Un Film d'exploitation (女子高生コンクリート詰め殺人事件?) fu diretto nel 1995 da Katsuya Matsumura. Yujin Kitagawa (successivamente membro del duo musicale Yuzu) ha interpretato il ruolo del principale colpevole e Mai Sasaki interpretò il ruolo di Furuta. Il caso è stato anche l'ispirazione per il film Concrete del 2004, e del manga 17-sai.

Riferimenti nella cultura di massa

La vicenda di Junko Furuta è trattata nella puntata Racconto di Tokyo - La storia di Junko Furuta del podcast Demoni Urbani di Francesco Migliaccio.

Il cantautore Mr.Kitty (pseudonimo di Forrest Avery Carney) dedicò una canzone al caso di Junko Furuta nell'album "ETERNITY", intitolata 44 Days: il testo descrive le torture e i pensieri disperati della ragazza, la quale implora che qualcuno la salvi dai mostri che l'hanno rapita e dalla tomba di cemento che la attende.

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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