Andrea (pronuncia: /anˈdrɛa/) è un nome proprio di persona italiano; primariamente maschile, si registra un suo uso minoritario anche al femminile.
Vedere l'alfabeto fonetico internazionale." class="duhoc-it IPA">/anˈdrɛa/) è un nome proprio di persona italiano; primariamente maschile, si registra un suo uso minoritario anche al femminile.
Proviene dal nome greco Ἀνδρέας (Andréas), derivato da ἀνήρ (anḗr), genitivo ἀνδρός (andrós), che indica l'uomo con riferimento alla sua mascolinità, contrapposto alla donna con la sua femminilità; in latino, questo termine ha un corrispondente in vir, viri, mentre uomo nel significato di "genere umano" è homō, hominis in latino e ἄνθρωπος (ánthrōpos), ἀνθρώπου (anthrṓpou) in greco. Il nome proprio viene ricondotto anche ad ἀνδρεία (andréia), termine correlato che indica "forza", "valore", "coraggio", "virilità", "mascolinità".
Lo stesso elemento che compone il nome Andrea si ritrova anche in altri nomi, quali Androclo, Andromaco, Androgeo e Andronico – nomi di cui la forma greca originaria poteva anche costituire un ipocoristico – e anche Alessandro, Leandro, Lisandro e Cassandro. Per significato, inoltre, è analogo al nome Arsenio, anch'esso di origine greca.
Il nome era anticamente molto usato dai pagani greci, grazie ai quali si sparse in Palestina, nel Vicino Oriente e in Egitto una volta che la cultura greca vi penetrò. Grazie alla venerazione verso sant'Andrea apostolo e vari altri santi, il nome ha goduto di ampia popolarità negli ambienti cristiani fin dai primi tempi, e in particolare nel Medioevo. La variante femminile inglese Andra è in uso solo dal XX secolo. Secondo l'ISTAT, è uno dei nomi maschili più utilizzati per i nuovi nati in Italia dell'inizio del XXI secolo, essendo stato il terzo nome più scelto negli anni dal 2004 al 2012 (con l'eccezione del 2009 in cui si attestò al quarto posto), mentre tra la popolazione adulta, risulta particolarmente frequente in Lombardia. Secondo altre statistiche sarebbe inoltre il nome più diffuso nel mondo. In Italia il nome ha dato origine a numerosi cognomi, come Andreatta, Andreoli o Andreotti.
Va notato che le forme ungheresi Andor ed Endre coincidono con due nomi norvegesi di diversa origine, e il finlandese Antero coincide con Antero, un altro nome italiano di origine greca.
Mentre in diverse lingue (come l'inglese, il ceco, il tedesco e lo spagnolo) la grafia Andrea è la forma femminile del nome, all'interno della cultura italiana contemporanea Andrea ha valenza prevalentemente maschile. Tuttavia in epoca tardomedievale in Italia, almeno nell'area toscana, il nome era sostanzialmente ambigenere: un'analisi dei battezzati fiorentini fra il 1450 e il 1500 ha rivelato un cospicuo numero di donne con questo nome. La tendenza ad attribuirlo alle femmine è ritornata sul finire del XX secolo, non tanto per ragioni storiche quanto per l'influsso delle culture straniere (si pensi agli ormai piuttosto comuni Daniel e Christopher) e il suo uso ha raggiunto livelli degni di nota, anche se non alti come nelle epoche passate (nel 2013 in Italia hanno ricevuto questo nome 281 bambine, pari allo 0,12% del totale), ma rimane nel complesso raro ed eccezionale; di fatto in italiano Andrea è usato quasi solo al maschile, mentre per il femminile storicamente si è ripiegato di solito su Andreina.
Sulla questione si è acceso un dibattito anche a livello legale: la legge italiana (nel D.P.R. n. 396 del 2000) stabilisce che il nome deve accordarsi al sesso del nascituro; Andrea dunque, che in italiano è consolidatamente maschile, verrebbe così precluso alle neonate, a meno che non fosse usato come secondo nome (va detto che l'ufficiale dello stato civile sarebbe comunque obbligato a formare l'atto di nascita secondo la volontà del genitore, anche in contravvenzione a tale normativa, potendo però decidere di segnalarlo al Procuratore della Repubblica, che eventualmente costringerebbe alla rettifica).
Si sono avuti casi giudiziari dove è stata imposta la rettifica del nome in concordanza con questa legge (come nel dicembre 2011 presso il tribunale civile di Mantova), ma nel novembre 2012 la corte di cassazione ha accolto la protesta di una coppia di genitori di Pistoia contro la decisione con la quale la corte d'appello di Firenze, il 3 agosto 2010, aveva disposto la rettifica del nome Andrea che avevano dato alla loro figlia: in tale occasione, la Corte di Cassazione rilevò che, dato il contesto multiculturale che si è venuto a creare in Italia, attribuire il nome Andrea ad una bambina, seguendo una moda forestiera, non è ridicolo o vergognoso, né crea ambiguità riguardo al genere della persona.
A livello di curiosità, si può notare che Andrea è uno dei pochi nomi italiani maschili che finiscono per -a a godere di ampia diffusione, assieme a Luca, Mattia, Elia e Nicola; ne esistono poi molti altri meno comuni, come Enea, Tobia, Leonida, Battista o Barnaba.
L'onomastico si festeggia tradizionalmente il 30 novembre in occasione della memoria di sant'Andrea apostolo, fratello di San Pietro. Alternativamente, si può festeggiare in ricordo di molti altri santi e beati, fra cui:
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