Si chiamano tradizionalmente oratori attici i grandi oratori o logografi, del V e del IV secolo a.C.
Si tratta generalmente di dieci nomi, elencati nel Canone alessandrino di Aristofane di Bisanzio e Aristarco di Samotracia.
Andando indietro nel tempo, già al tempo di Omero (VIII-IX secolo a.C.), l'arte oratoria era molto apprezzata nella Grecia antica. Nell'Iliade, il guerriero Achille è descritto come "un oratore di parole" e "uno che agisce con parole e con fatti".
Fino al V secolo a.C., tuttavia, l'oratoria non veniva insegnata espressamente. Infatti, alla metà di quel secolo l'oratore siciliano Corace insieme al suo alunno Tisia, cominciarono lo studio formale della retorica. Nel 427 a.C. un altro greco di Sicilia, Gorgia, giunto ad Atene come membro di un'ambasciata inviata ad Atene dagli abitanti di Leontini con l'incarico di chiederne la protezione contro Siracusa, ebbe un successo strepitoso rivelandosi insuperabile nell'arte oratoria. L'approccio intellettuale di Gorgia all'arte oratoria, con idee, forme di espressione e metodi di argomentazione nuovi, fu continuato da Isocrate, un retore del IV secolo a.C. Alla fine l'arte oratoria divenne l'oggetto centrale degli studi nel sistema di istruzione greco.
Agli oratori attici si ispirò più tardi il movimento retorico-stilistico dell'Atticismo, i cui seguaci privilegiavano uno stile semplice, anziché ricercato.
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