Il locativo è un caso originario della lingua protoindoeuropea, attestato in varie lingue antiche ed attualmente presente solo nelle lingue baltiche, in alcune lingue slave e nella lingua sanscrita.
La sua funzione negli idiomi antichi era quella di indicare la posizione sia spaziale che temporale (corrispondente quindi al complemento di stato in luogo e di tempo determinato), ma nelle lingue baltiche e nelle lingue slave in cui è ancora utilizzato indica anche il complemento di argomento e altri complementi, a seconda delle preposizioni da cui è preceduto.
La sua scomparsa in lingue più moderne è dovuta ad una generale tendenza alla semplificazione e nello specifico al sincretismo, cioè fusione delle funzioni dei casi e conseguente riduzione del loro numero.
La lingua protoindoeuropea aveva le seguenti desinenze per il locativo:
Declinazione | Singolare | Duale | Plurale |
Atematica | *-i, *-Ø (nessuna uscita) | *-ows (*-ou) | *-su |
Tematica (*-e/o) | *-ey, (*-ei), *-oy, (*-oi) | *-eyows, -*oyows (*-ou) | *-oysu |
Il caso locativo, ancora attivo nel latino arcaico, permane nel latino classico solo per alcuni sostantivi ed espressioni di uso comune, nomi di città o piccola isola, e relitti di valore avverbiale. Le uscite attestate in latino arcaico (tendenzialmente -ǐ) e modificate dal latino classico sono le seguenti:
Declinazione | Latino arcaico | Latino classico |
Prima | -ai | -ae |
Seconda | -ei / -oi | -i |
Terza | -ei / -e | -i / -e |
Quarta | -i | -i |
Quinta | -i (?) / -e | -i (?) / -e |
Dal prospetto si vede il motivo per cui esiste la tendenza comune, ma errata, di associare il locativo (singolare) al genitivo per le prime due declinazioni e al dativo/ablativo per la terza e per la quinta. Questo è solo un artificio di alcune grammatiche usato per dare una regola mnemonica. La somiglianza/coincidenza fonetica è solo frutto dell’evoluzione della lingua e del sincretismo linguistico che hanno indotto nel tempo un’omofonia del locativo con altri casi. Le forme plurali di locativo si erano già fuse con l’ablativo per somiglianza e quindi le terminazioni sono -is or -ibus (cfr. Athenis e non in Athenis, Trallibus e non in Trallibus).
Di seguito si riportano alcuni nomi di città o di piccola isola che hanno forme attestate di locativo, insieme a forme avverbiali cristallizzate di antichi locativi e i nomi comuni che possiedono un locativo in quanto tali (in corsivo) cioè non trasformati in avverbi:
DECLINAZIONI | |||||
Prima | Seconda | Terza | Quarta | Quinta | |
Alba, -ae Albae (ad Alba) | Ariminum, -i Arimini (a Rimini) | Mediolanum, -i Mediolani (a Milano) | Calaris, -is Calari/Calare (a Cagliari) | Domus, -us Domi (a casa) | dies, -ei die/diuNota 1 (avv.: di giorno) |
Creta, -ae Cretae (a Creta) | Assisium, -ii Assisii (ad Assisi) | Tarantum, -i Taranti (a Taranto) | Carthago, -inis Carthagini (a Cartagine) | senatus, -us senati (in senato) | *pri + die pridie (avv: il giorno prima) |
Florentia, -ae Florentiae (a Firenze) | Asculum, -i Asculi (ad Ascoli) | Samus, -i Sami (a Samo) | Neapolis, -is Neapoli (a Napoli) | hoc die hodie (avv.: oggi) | |
Melita, -ae Melitae (a Malta) | Brundisium, -i Brundisii (a Brindisi) | Sutrium, -i Sutri (a Sutri) | Tibur, -is Tiburi (a Tivoli) | posteri die postridie (avv.: domani) | |
Setia, -ae Setiae (a Sezze) | Barium, -ii Barii (a Bari) | Rhodus, -i Rhodi (a Rodi) | lux, -cis luci (avv.: di giorno) | *per + die perendie (avv.: dopodomani) | |
Roma, -ae Romae (a Roma) | Cingulum, -i Cingoli (a Cingoli) | Teanus, -i Teani (a Teano) | rus, -ris ruri/rure (in campagna) | *quot(t)ei-die cotidie (avv.: ogni giorno) | |
militia, -ae militiae (in guerra) | Clusium, -i Clusii (a Chiusi) | animus, -i animi (nell’animo) | tempus, -oris tempori/temperi (avv: a proposito) | *mediei-die meridie (avv.: a mezzogiorno) | |
vicinia, -ae viciniae (nel vicinato) | Corinthus, -i Corinthi (a Corinto) | bellum, -i belli (in guerra) | vesper, -is vesperiNota 2 (avv.: di sera) | ||
Cyprus, -i Cypri (a Cipro) | focus, -i foci (al centro) | ||||
Drepanum, -i Drepani (a Trapani) | humus, -i humi (a terra) | ||||
Lanuvium, -i Lanuvi (a Lanuvio) | *per + ager peregri (avv.: all’estero) |
Nota 1 Diu: è una forma arcaica cristallizzata del locativo di dies, dalla forma dieues imparentata col greco Zeus . Da diu per analogia esiste un altro avverbio ,noctu di notte, da nox, noctis (cfr. diu noctuque).
Nota 2 vesperi: il sostantivo di origine può essere sia di seconda che terza declinazione (vesper, vesperi; vesper, vesperis).
Espressioni comuni in cui si può incontrare il locativo sono:
Anche in greco antico il locativo è ridotto a un semplice relitto (è stato assorbito dal dativo) e ne rimangono tracce, riconoscibili per l'uscita in -ι, in parole come χαμαί a terra, οἴκοι a casa, αἰεί sempre, ἐκεῖ qui, ecc.
In etrusco si forma aggiungendo -i al tema del nome.
Es. tmia (tempio) → tmiai (nel tempio); divenuto poi tmie per (ai > e)
Per formare il locativo si può aggiungere anche il suffisso -θi , che significa "nel".
In ittita si può aggiungere -i o -ya per il singolare, mentre -aš per il plurale.
Es. laḫḫa (spedizione militare) → laḫḫi o laḫḫya (nella spedizione militare); laḫḫaš (nelle spedizioni militari)
In sanscrito, lingua parlata tuttora in India, si aggiunge il suffisso -i al singolare, -os al duale e -su al plurale.
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