Lui folgorante in solio Vide il mio genio e tacque; Quando, con vece assidua,15 Cadde, risorse e giacque, Di mille voci al sonito Mista la sua non ha:
Vergin di servo encomio E di codardo oltraggio,20 Sorge or commosso al subito Sparir di tanto raggio: E scioglie all’urna un cantico Che forse non morrà.
Dall’Alpi alle Piramidi,25 Dal Manzanarre al Reno, Di quel securo il fulmine Tenea dietro al baleno; Scoppiò da Scilla al Tanai, Dall’uno all’altro mar.30
Fu vera gloria? Ai posteri L’ardua sentenza: nui Chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui Del creator suo spirito35 Più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida Gioia d’un gran disegno, L’ansia d’un cor che indocile Serve, pensando al regno;40 E il giunge, e tiene un premio Ch’era follia sperar;
Tutto ei provo: la gloria Maggior dopo il periglio, La fuga e la vittoria,45